Tathiana Garbin: «Dopo un mal di pancia ho scoperto di avere un tumore raro. Non ho più la milza: sto giocando la partita della vita»

La tennista combatte contro lo pseudomixoma peritonei, un cancro che colpisce una persona su un milione

Tathiana Garbin: «Dopo un mal di pancia ho scoperto di avere un tumore raro. Non ho più la milza: sto giocando la partita della vita»

Tathiana Garbin è solo all'inizio di un set. E non ha intenzione di mollare il servizio. Tocca solo a lei. Ci vuole forza, coraggio e fortuna per vincere contro un tumore, per giunta raro: lo pseudomixoma peritonei, il tumore che origina dall’appendice e che colpisce una persona su un milione.

Il tumore raro

Ma la numero 22 al mondo nel 2007 guarda avanti e al Corriere della Sera racconta la sua condizione, il suo stato d'animo dopo un mese dal secondo intervento. Dopo essere finalmente tornata a casa. «Mi hanno tolto anche la milza e non ho gli anticorpi che il mio fisico dovrebbe produrre. Incontro i parenti con la mascherina, però la situazione richiedeva massime precauzioni. Quindi ho trascorso il Natale con mia moglie Ylenia, la mia famiglia, la persona che è rimasta sempre con me anche nei momenti più difficili, quando la sofferenza ti toglie qualsiasi lucidità». Una partita senza fine. «Ma ero pronta: mentalmente e fisicamente. Sono tornata in campo per il match della vita, voglio essere d’esempio per le mie giocatrici. L’esempio è fondamentale». E le sue ragazze le hanno dato una grande forza: «Ho guardato in loop le immagini delle mie ragazze in campo. L’importante è volersi bene, non perdere mai la speranza. C’è una nuvola? Okay però dietro c’è sempre il sole, basta che quella nuvola si sposti». 

Come lo ha scoperto

Un male scoperto al ritorno dall’Open degli Stati Uniti, A New York racconta ancora: «Ho avuto mal di pancia ma non mi sono preoccupata più di tanto: una volta in Italia gli accertamenti hanno portato alla diagnosi».

La capitana della Nazionale italiana femminile, era in panchina perla finale di Billie Jean King Cup persa con il Canada, l’impresa che le sue ragazze le hanno regalato per infonderle coraggio davanti a tutto, anche a qualche complicazione: «Occlusione intestinale. È come se, finito un match durissimo e data la mano all’avversaria, l’arbitro fosse venuto a chiamarmi sotto la doccia: Tati, sei ancora 5-5 al terzo set, devi tornare in campo. Che fai? Accetti oppure rischi di perdere la partita».

Le cure

Il 2024 si apre un nuovo capitolo, forse l'ultimo: «Un ultimo esame istologico che mi permette di avere pensieri positivi e sensazioni buone. Nella visita del 15 gennaio l’oncologo mi dirà se le cure chemioterapiche sono state sufficienti: sembrerebbe di sì. È partito tutto dall’appendice senza alcuna familiarità tra i parenti anche se è vero che i miei fratelli l’appendice l’hanno tolta, quindi non abbiamo la controprova». Il suo primo obiettivo è tornare a sedere sulla panchina della Nazionale: «Vorrei riprendermi la mia vita, quello che ho sempre amato, ciò che ho sempre voluto fare. Ho la fortuna che il mio lavoro sia la mia passione. Mi sveglio ogni mattina più motivata che mai».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Dicembre 2023, 09:34
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