La maglia di Zoff mondiale nella leggenda per France Football

La maglia di Zoff mondiale nella leggenda per France Football

di Marco Lobasso
Immagini che hanno fatto la storia,
colori che restano impressi nella memoria. È un amarcord
malinconico, in tempi di coronavirus, quello della rivista
France Football che ha dedicato la copertina del suo ultimo
numero alle maglie «entrate nella leggenda», non perché più
belle, ma in quanto riconoscibili, icone di questo sport, sia di
club sia delle nazionali.
Una classifica vinta dall'Ajax di inizio anni Settanta, forse
la sola squadra immediatamente riconoscibile anche ai tempi
della tv in bianco e nero. E chi non ricorda l'arancione
dell'Olanda 1974, «una macchia di colore mai vista». L'Italia
appare sette volte su 50, anche grazie alla 'doppiettà del
Napoli, 20/o con la maglia della vittoria in Coppa Uefa nel 1989
e 44/o con quella del primo, storico, scudetto del 1987. «C'è un
romanticismo nel paragonare il tono celeste della maglia del
Napoli a quello dell'acqua del golfo» sottolinea la rivista. Il
club italiano meglio piazzato è la Juventus del periodo '83-'85,
ottava: «Chi sapeva che Ariston fosse un marchio di
elettrodomestici prima che il suo nome diventasse popolare sulla
maglia della Juve? E chi conosceva Kappa?». Al 14/o posto il
Milan del 1989-'90, al 23/o la Sampdoria spumeggiante dello
scudetto 1990-'91.
Una maglia, però, si distingue tra tutte. Non è stata
indossata da una squadra, ma da un solo giocatore. È quella con
cui Dino Zoff vinse il Mondiale del 1982. Una polo grigio
chiaro, con il colletto ed i polsini blu. Emanava «carisma e
un'aura da capitano».
«Quella della finale la conservo ancora - sorride al telefono
il grande ex n.1 - Mi fa grande piacere che France Footbll
l'abbia inserita nella sua classifica. Era una tenuta davvero
elegante, la mia 'corazzà ».
A guardarla oggi ha un aspetto un pò rétro, ma internet
straripa di repliche. «Ad inizio carriera giocavo sempre con la
maglia nera - ricorda ancora - ma si confondeva spesso con
quella degli arbitri e così, ero già alla Juventus, passai al
grigio. Che poi era appunto il colore del portiere in
Nazionale».
«Con le maglie ho sempre avuto un rapporto speciale -
sottolinea Zoff - Fanno parte delle tradizioni del calcio, per
me è un aspetto importante. Oggi si cambiano in continuazione,
ma così si perde la storia».
Il tributo di FF fa riemergere un aneddoto di inizio carriera:
«Campionato '61-'62, preistoria - sorride ancora - Con l'Udinese
giocavo in trasferta a Torino, contro la Juventus. Quel giorno
gli avversari erano in nero, come me. Così mi feci prestare la
maglia del loro secondo portiere. Bianca, dovemmo scucirgli lo
scudetto. All'epoca non immaginavo che da lì a qualche anno
avrei contribuito a metterne tanti su quella stessa casacca».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Aprile 2020, 17:22

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