Vincenzo Paparelli, il figlio del tifoso laziale ucciso nel '79: «40 anni senza mio padre. Mai più all'Olimpico»

Vincenzo Paparelli, il figlio del tifoso laziale ucciso nel '79: «40 anni senza mio padre. Mai più all'Olimpico»

di Enrico Sarzanini
Lunedì saranno 40 anni esatti da quel tragico 28 ottobre 1979, quando Vincenzo Paparelli perse la vita in Curva Nord durante un Roma-Lazio, colpito in pieno viso da un razzo lanciato dalla Curva Sud. Il figlio Gabriele all'epoca era solo un bambino. «Avevo 7 anni e 8 mesi la stessa età che ha mia figlia oggi. Quel giorno dovevamo andare dai nonni a Valmontone ma all'ultimo papà decise di andare al derby a vedere la sua Lazio. Si fece prestare la tessera da mio cugino che era abbonato. Volevo stare con lui ma mi disse che mi avrebbe portato un'altra volta, perché era pericoloso».

Leggi anche > Vincenzo Paparelli, con lui morì anche il mio sogno

Dopo 40 anni Gabriele ricorda perfettamente il momento in cui conobbe la verità. «Per proteggermi i vicini di casa mi portarono alle giostre all'Eur ma al ritorno ci fermammo in un bar; una volta dentro fui riportato di corsa fuori perché c'era un televisore acceso e stavano dando la notizia. Poi ci ha pensato mamma a dirmelo. Da quel momento è cambiata per sempre la mia vita».
Quel ricordo doloroso non è mai andato via. «Da una parte rivivo un dolore che avrei preferito conservare nel mio cuore, dall'altra l'affetto e l'amore della gente compensa quello che ho passato in questi 40 anni per colpa di qualche deficiente».
Non è stato facile sopportare i cori e le scritte contro il proprio padre. «Da adolescente avevo tanta rabbia poi a 16 anni ho preso in mano al situazione: dietro a quei cori beceri c'è una famiglia che soffre. Da allora porto sempre in macchina una bomboletta spray per cancellare le scritte. La mia è diventata una missione. Ho iniziato a interagire con i media per far capire quanto soffriamo, il mio è un messaggio distensivo».
Gabriele, carattere forte ma senza più voglia di andare all'Olimpico. «E' una fobia che devo superare ma mi sto riavvicinando perché mia figlia Giulia è laziale e vuole che l'accompagni».
La Roma in tutti questi anni le è stata vicina? «Dino Viola scriveva lettere a mamma per chiedere scusa e se oggi ci fosse sentendo quei cori contro papà farebbe chiudere la Curva. Negli ultimi anni invece un silenzio assoluto che mi ha fatto dispiacere».
Hanno intitolato un parco a Vincenzo Paparelli. «Il parco è chiuso e abbandonato, anche se ci sono dei volontari che se ne prendono cura. Se non cambia qualcosa, ritiro il nome». Intanto il consigliere Alessandro Cochi, membro della commissione Cultura e Sport, ha presentato ieri un ordine del giorno per far apporre una targa commemorativa in Curva Nord.

riproduzione riservata ®
Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 Ottobre 2019, 08:35

© RIPRODUZIONE RISERVATA