Belinelli, nella gara di triple all'All Star Game il
riscatto di un campione troppo criticato -Video


di Oscar Eleni
Adesso ritrova almeno una copertina anche soltanto per una gara di tiro infilata nella festa NBA di New Orleans dove Belinelli ha vissuto la sua terza vita americana. Era un trofeo che avevo a cuore, ha detto il Beli.





Una vita iniziata a San Francisco nel 2007 proseguita due anni dopo a Toronto. Poi gli Hornets nella terra del jazz dove in 146 partite ha segnato 1616 punti, il suo record, per ora, prima di rivedere le stelle che cercava a Chicago andando pure ai play off, ma il vero passo nel basket che conta lo ha fatto quest'anno quando lo ha ingaggiato San Antonio che gli ha dato visibilità, spesso anche il quintetto base e ora questa vetrina che resterà accesa per tanto tempo a parte i 50 mila dollari che si è messo in tasca battendo nel tie breack 24-18 il campione dell'Est Bradley Beal con cui aveva fatto pari (19-19) nella finale conquistata eliminando Damian Lillard, Kevin Love e Stephen Curry, il fenomeno di Golden State.



Vi confessiamo che non abbiamo puntato un euro su Belinelli dato 15 a 2 in sala scommesse americane dove il suo rivale era offerto 6 a 1, ma adesso siamo felici di aver sbagliato spesso nel giudicare questo ragazzo bolognese nato il 25 marzo 1986 che è stata la sua culla: esordiente nella Virtus, poi la Fortitudo con la quale è diventato campione d'Italia, prima di venire scelto al primo giro come 18ª scelta dai Golden State Warriors. Sofferenza, gavetta, tante delusioni, qualche raggio di sole, fino a questa stagione: bravissimo con Azzurra all'europeo in Slovenia, sorprendente per rendimento con San Antonio. E non è finita.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Febbraio 2014, 10:34
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