Vingegaard è il re del Tour de France: il trionfo di un ragazzo normale. La resistenza di Pogacar fiaccata alla terza settimana

Vingegaard è il re del Tour de France: il trionfo di un ragazzo normale. La resistenza di Pogacar fiaccata alla terza settimana

di Massimo Sarti

Il Tour de France 2023 ha consumato il suo ultimo, tradizionale atto con l'arrivo finale a Parigi, sul circiuto degli Champs-Élysées, al termine di una tappa di appena 115,1 km condotta nella prima parte al piccolo trotto, come altrettanto da tradizione e a tutta una volta entrati nella Ville Lumière, con l'ultimo sprint andato al belga Jordi Meeus, che al colpo di reni ha sconfitto il connazionale Jasper Philipsen, che cercava addirittura la quinta vittoria parziale.

Per il resto tutto era già deciso, a cominciare dal secondo trionfo consecutivo in maglia gialla del danese Jonas Vingegaard, arrivato a Parigi in parata con i compagni di squadra della Jumbo Visma, la supersquadra olandese che si era aggiudicata già il Giro d'Italia con lo sloveno Primoz Roglic e che proverà il tris da fine agosto in una durissima Vuelta di Spagna proprio con la coppia Roglic-Vingegaard. Vingegaard, fuori dalla bici un ragazzo normalissimo, che cerca subito, quando sono all'arrivo, moglie e figlia e quando non ci sono fa il defaticante sui rulli telefonando a casa. Sulla bici un autentico computer, capace di limitare i danni nelle giornate meno brillanti, ma di infliggere colpi micidiali alla concorrenza quando serviva.

Il danese e lo sloveno Tadej Pogacar hanno fatto un Tour a parte, sul filo dei secondi per le prime due settimane. Nella terza Vingegaard ha fiaccato la resistenza di Pogacar (distacco finale, 7'29”) nella cronometro capolavoro di Combleux e nella tappa del giorno dopo a Courchevel, sfruttando la crisi dell'avversario sul Col de la Loze. Avversario, non rivale, perché i due si rispettano tantissimo e si cercano per salutarsi a fine tappa. Pogacar, vincitore del Tour da “bimbo” nel 2020 e nel 2021, sempre sorridente (o quasi), il corridore certamente più fantasioso e completo, il cui avvicinamento al Tour 2023 (corso dal plotone a tutta dal primo all'ultimo metro) è stato però condizionato dalla frattura ad uno scafoide, in seguito ad una caduta alla Liegi-Bastogne-Liegi.

Sarebbe un sogno vederli correre il Giro. Dovremo, salvo sorpresissime, accontentarci di vederli nel nostro Paese nel Grand Départ del Tour de France 2024, che sarà dall'Italia, con prima tappa da Firenze. Già che ci siamo l'arrivo sarà per una volta a Nizza, non a Parigi. Troppo vicini per la capitale transalpina i Giochi Olimpici.

A completare il podio, terzo, il britannico Adam Yates, compagno di squadra di Pogacar alla UAE Team Emirates, trovatosi spesso a battagliare con il gemello Simon (quarto nella generale). Soprattutto nella prima tappa di Bilbao, quando si sono giocati la maglia gialla, finita sulle spalle di Adam.

Il ciclismo italiano era partito con soli sette elementi dai Paesi Baschi, ha chiuso con la prestigiosissima maglia a pois di leader della classifica dei GPM per Giulio Ciccone, un obiettivo dichiarato (anche in un'intervista a Leggo) a inizio Tour. La maglia degli scalatori è amatissima in Francia e non solo: il 28enne abruzzese della Lidl-Trek l'ha riportata in Italia 31 anni dopo Claudio Chiappucci, che la vinse nel 1992, ma anche nel 1991. «Finalmente abbiamo un corridore italiano che è tornato protagonista al Tour de France», ha detto il presidente della Federciclismo Cordiano Dagnoni. Niente da fare però per le tappe alla Grande Boucle: l'ultimo ad imporsi in una frazione fu Vincenzo Nibali nel 2019.

Le altre maglie sul podio di Parigi, il belga Jasper Philipsen leader della classifica a punti e lo stesso Tadej Pogacar ancora miglior giovane.


Ultimo aggiornamento: Domenica 23 Luglio 2023, 21:05
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