Great Nnachi: «Per l'atletica sono italiana ma non per lo Stato»

Great Nnachi: «Per l'atletica sono italiana ma non per lo Stato»

Great Nnachi è una baby campionessa di salto con l'asta e non può vestire l'azzurro fino al compimento della maggiore età. E' italiana, infatti, dal punto di vista sportivo, ma non per lo Stato e questo le impedisce di indossare il tricolore fino ai 18 anni. 

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Great compirà 17 anni il 15 settembre, è nata a Torino ed è una baby campionessa di salto in alto, giovane promessa di un'atletica italiana che dopo i sucessi di Tokyo 2020 è tornata in auge. Per ora, però, non può vestire la maglia azzurra perché, pur essendo italiana per la Federazione mondiale dell'atletica, non lo è per lo Stato italiano. Finché non compirà 18 anni, quindi, non potrà gareggiare con i pari età di tutto il mondo. 

La giovane promessa per due volte ha conquistato gli italiani di salto con l'asta (2018 e 2019), ma non potrà partecipare né agli europei né ai mondiali juniores perché non ha la cittadinanza. A spiegarlo è proprio lei ai microfoni de La Stampa.

Sergio Mattarella le ha consegnato l'attestato d'onore per i giovani che si sono distinti per il loro impegno e le loro azioni «per le sue qualità di atleta, affinate pur tra difficoltà, e per la disponibilità che mostra nell’aiutare i compagni e nel collaborare alla formazione e all’allenamento dei più piccoli».

Nel 2019 ha conseguito la migliore prestazione nazionale under 16 all’aperto superando la quota di 3,80. Ma è riuscita a farlo solo grazie a una norma deliberata dal consiglio federale in base alla quale «gli atleti stranieri cadetti e allievi possono concorrere all’ottenimento delle migliori prestazioni italiane di categoria, ove siano tesserati per una società affiliata, siano residenti in Italia e nel nostro Paese frequentino gli istituti scolastici». L’anno scorso si è aggiudicata anche il titolo italiano allieve nei 60 metri indoor.

Ma a oggi è esclusa dalle competizioni in ambito internazionale, quelle prove che la metterebbero a confronto con le migliori in Europa e nel mondo, visto che le gare nazionali sono troppo «facili» per una ragazza con le sue qualità. «In Italia, quando gareggio con le mie coetanee entro dopo, perché come misura valgo di più. Il problema è che a volte faccio un solo salto e la gara è finita, mentre nelle competizioni internazionali potrei fare di più. Basti pensare che in gara ho un personale di 4,07, mentre in allenamento salto 4,40».

Lo ius soli sportivo sbloccherebbe almeno per lei e gli altri atleti minorenni che si trovano in questa condizione, che sono più di un milione, questa situazione assurda, ma solo al compimento dei suoi 18 anni: «Proprio non riesco a capire perché, pur essendo italiana a tutti gli effetti, non posso rappresentare il mio Paese nello sport. E vorrei tanto farlo in giro per il mondo. Sono campionessa italiana, ma non posso dimostrarlo fuori confine».

Se tutto rimanesse com’è «perderei tutte le gare estive non solo di quest’estate, ma anche della prossima. Luciano Gemello, il mio allenatore nel Cus Torino, si sta battendo tantissimo perché diventa difficile se non posso avere confronti internazionali. Ad esempio, agli Europei Under 18 di metà luglio a Tallinn è andata Giulia Gelmotto, seconda agli Italiani, e mi sarebbe piaciuto condividere l’esperienza con lei».


Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Agosto 2021, 18:50
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