Telescoppio - Bruno Vespa e lo speciale sul
Quirinale, la politica diventa ancora più trash

Telescoppio - Bruno Vespa e lo speciale sul ​Quirinale, la politica diventa ancora più trash

di Fabio Maccheroni
Una poltrona rossa (vuota) per dire «per sette anni siederà su una poltrona come questa». E il plastico del Quirinale per dire «e abiterà in un palazzo come quello lì».





Dopo lo spot al suo libro gentilmente concesso dalla sempre meno barbarica Daria Bignardi (La7), Bruno Vespa ha avuto il suo sabato presidenziale con lo speciale Porta a Porta (Raiuno). Bacchetta in pugno ha puntato le cifre, ma poi è stato bacchettato da Lorenzo Guerini quando, spiegando che per identificare il proprio voto i «renziani» hanno scritto Mattarella S., Guerini stizzito lo ha corretto: «Partito Democratico». In seguito Vespa lo chiamerà addirittura Salvini.



Toti (FI) sembrava disperso, come alcuni voti della sua corrente. Alfano ha strappato i primi applausi definendosi «contento», poi ha ricordato che da bambino ha ascoltato col papà in diretta la notizia dell'omicidio del fratello del neo presidente.



Salvini (Lega) ha interrotto il clima fiabesco, ha acceso la prima miccia sostenendo che Alfano ha votato per mantenere la poltrona, sono volati i «fai ridere i polli» (Alfano). Vespa ripeteva: «Si è rotto qualche cosa?». Tranquillo, siamo solo all'inizio. Alle solite.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Febbraio 2015, 10:29
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