Playboy, ecco la prima docu-serie: "La sua nascita liberò gli Usa"

Playboy, ecco la prima docu-serie: "La sua nascita liberò gli Usa"

di Ilaria Ravarino
C'era il Decamerone a puntate, la letteratura di Sir Conan Doyle. C'era una pagina per le vignette satiriche e una per i consigli di moda. E all'inizio, quando ancora il giornale veniva impaginato nella cucina di casa Hefner, non c'erano nemmeno le conigliette. Sul numero uno c'era solo una ragazza in copertina, la più famosa al mondo, praticamente nuda: Marilyn Monroe.

Comincia così, con la storia del rocambolesco primo numero del giornale (budget di 60.000 dollari nel 1953, 6000 dei quali spesi per la foto di Marilyn), Original American Playboy: The Hugh Hefner Story, la docu-serie sulla rivista erotica più famosa del mondo disponibile da domani su Amazon Prime Video. A dare il via al progetto lo stesso Hefner, oggi novantunenne, in collaborazione con il produttore due volte nominato agli Emmy Stephen David.

David, come ha incontrato Hefner?
«Venne lui da me, più di un anno fa. Voleva realizzare un film sulla sua vita, per mettere in ordine i ricordi. Poi però qualcosa è cambiato. Il paese è cambiato. Gli Stati Uniti sono diventati molto diversi nel giro di pochi mesi. E il nostro progetto, più che un film su Hefner, è diventato un film sulla libertà di espressione e pensiero. Temi che oggi sono tornati decisamente rilevanti».

Perché una docu-serie e non una serie di finzione?
«Hugh Hefner ha documentato la sua vita fin dai tempi del liceo. Nei suoi archivi c'era una quantità impressionante di materiale, video e foto, e questo particolare format ci ha permesso di non sprecarlo. Inoltre aiuta a rendere più credibile la sua incredibile vicenda umana e professionale». 

Come ha cambiato Playboy la sessualità degli americani?
«Tantissimo. Dopo la seconda guerra mondiale nel sesso c'erano standard vittoriani. La rivoluzione sessuale sarebbe arrivata molto dopo, e Playboy fu la prima rivista a raccontare la possibilità di un nuovo approccio al sesso. Hefner è convinto di aver contribuito anche a liberare le forze del femminismo: per lui uomini e donne dovevano avere la possibilità di rapportarsi al sesso nello stesso modo».

Cosa l'ha sorpreso di più, conoscendolo?
«La sua generosità. La spinta verso il sociale. La cultura. Il suo voler lottare a ogni costo per la libertà dei costumi, delle inclinazioni sessuali, del pensiero in generale. Hefner è una persona davvero speciale. Più di quanto si creda».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 6 Aprile 2017, 08:52
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