Paola Saluzzi: «Con me in tv scatta sempre L'ora solare, a Tv 2000 ho trovato la mia dimensione»

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di Marco Castoro
Il primo aggettivo che viene in mente pensando a Paola Saluzzi è solare. Per il suo pensiero positivo. Se poi le vengono concessi tutti i giorni feriali 60 minuti nel palinsesto di Tv2000 ecco che nasce L’Ora Solare. «Questo programma è partito il 15 ottobre scorso ed è il mio abito su misura. Si parte da una storia che poi diventa dialogo e mai intervista. Si scava dentro il personaggio e ci si confronta».

In pratica fa la psicologa?
«Le nostre storie sono di chi vuole risalire la corrente, di chi vuole fare cose belle per gli altri. Protagonisti volti noti - abbiamo avuto Lilli Gruber, Marisa Laurito, Enzo De Caro, Beppe Severgnini - e non. Alla prima abbiamo ospitato due sopravvissuti alla tragedia del Ponte Morandi. Al martedì c’è Paolo Borrometi che ci racconta il recupero a favore dei cittadini dei beni confiscati alla mafia. Al venerdì poi ci occupiamo di cucina. Hai visto mai che imparo a cucinare?».

Quindi la Saluzzi mira alla Prova del Cuoco?
«Assolutamente no! Noi abbiamo scelto le ricette che arrivano dalle nonne. Abbiamo avuto uno chef che ha perso la vista, ma che con una tenacia incredibile e grazie alla moglie, ha riaperto il ristorante e ripreso a cucinare nonostante non veda».

Come si trova a Tv2000?
«Ogni giorno ho il piacere di prendere la macchina e andare a lavorare».

Perché è andata via da Sky?
«Ho chiuso un cerchio di 10 anni, me ne sono andata con un bagaglio muscolare. Non potevo andare a Milano, volevo rimanere a Roma perché mia madre era rimasta sola e sono stata con lei tenendola per mano fino all’ultimo respiro».

Tanti anni anche alla Rai...
«Ho iniziato nell’87 con Sergio Zavoli, poi Unomattina, Linea Verde, Rai International. Ma io ho lavorato pure a Casa Vianello. Facevo la vicina di casa avvenente e corteggiata dal signor Vianello. Raimondo e Sandra, due giganti che si volevano un bene. Pensi che una volta lui ha simulato un dolore al cuore e lei stava per morire. Quando poi le ha detto che scherzava lei l’ha malmenato di brutto. Non sono mai riuscita a intervistarli. Faccio un appello: se oggi riuscissi a trovare uno che ha lavorato con loro lo porterei a L’Ora Solare».

Perché i giovani sono così allergici alla politica?
«Penso che ai giovani manchi un rapporto fisico e personale, guardarsi in faccia parlando di politica. Manca loro un sano martello che racconti loro quando si ammazzavano magistrati e poliziotti. Va spiegato che cosa significhi perdere la libertà, che cosa significhi vivere in un coprifuoco non dichiarato, ma effettivo, con la paura di uscire. Bisogna raccontare quando al funerale di Aldo Moro, quella piazza strapiena all’inverosimile che ha detto basta alle Brigate Rosse. La memoria è il nostro pane quotidiano».

La nostra memoria come pane quotidiano. Bella…
«Già. E dove non arriviamo noi ci pensano le fiction che ti fanno entrare nelle storie. Ho pianto come una fontana durante la fiction su Olivetti, perché mio padre me l’aveva raccontata».

Che cosa le dà fastidio?
«Chi parla al telefono ad altissima voce in treno».

Che cosa la emoziona?
«L’inno di Mameli. Mi alzo ancora in piedi ogni volta che lo sento».

Lei è social?
«Mi piace Instagram perché quando viaggio mi piace pubblicare le foto. Poi però mi interrogo: gliene importa a qualcuno dei miei viaggi?».
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Gennaio 2019, 10:30
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