Arriva la nuova Raiplay: l'on demand a dimensione di servizio pubblico. Il primo appuntamento è con Fiorello

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di Marco Esposito
Una piccola rivoluzione. Non una scommessa, ma certamente una sfida per il serivizio pubblico. Mancano pochi giorni allo sbarco della nuova App di Raiplay, completamente ripensata e rivista. "Siamo ripartiti praticamente da zero" ha detto presentandola oggi a via Teulada Stefano Ciccotti, il Cto della Rai.

Lo start ufficiale è previsto il 4 novembre (ma provate a dare un'occhiata intorno a fine mese, potreste trovare qualche novità ndr) con la diretta del nuovo show di Fiorello Viva RaiPlay!, che per la prima settimana sarà in diretta in contemporanea anche su Rai Uno alle 20.30, ma che dopo andrà in eslusiva solo sulla piattaforma digitale. 



Una piattaforma completamente ripensata dicevamo. Al primo impatto - in effetti - la nuova Raiplay, almeno nell'interfaccia, ricorda molto da un punto di vista grafico Netflix, ma - si difendono in Rai - "è stata anche  una scelta per raggiungere i benchmark dei più importanti competitor, cosa che vuol dire anche andare incontro alle abitudini dell’utente".

Una piattaforma completamente ripensata soprattutto da un punto di vista tencologico dicevamo, ma che certamente può godere del lavoro e dei numeri che Raiplay ha raccolto in questi anni. Numeri importanti: 12,4 milioni di utenti registrati e 12 milioni di app scaricate. I video visti sono 488 milioni nel periodo gennaio/settembre 2019 con un +75% rispetto al 2018, mentre le ore di visione sono state 200 milioni con un +75% rispetto all’anno precedente. 



Da un punto di vista tecnologico arrivano alcune novità attese: la possibilità di riprendere lo streaming dal punto in cui era stato abbandonato la sera prima, la possibilità di far ripartire dall'inizio un contenuto che si sta guardando, alla fine della visione on demand di un episodio di una serie tv si andrà automaticamente al successivo e si potrà passare da un device all’altro senza interrompere la visione.

Ma quella di Raiplay - tiene a precisare la direttrice dell'area digital Elena Capparelli - sarà una sfida da "servizio pubblico". Uno degli obiettivi di Raiplay infatti è quello di alfabetizzare un pubblico che finora non ha avuto quasi mai a che fare con la televisione on demand. Basti pensare che il 90% del pubblico over70 non ha mai guardato un contenuto di alcun tipo ond emand: «Raggiungere queste persone spiega la direttrice - farle sapere che esiste un altro modo di fruire i contenuti rai è parte della nostra sfida. una doppia sfida precisa, far sapere loro che esiste un altro modo di fruire i contenuti Rai e che esiste un altro mondo, quello di Raiplay».



Da un punto di vista tencologico quella della Rai è una sfida nella sfida: offrire contenuti on demand e in diretta in maniera grautita ad un pubblico potenzialmente sconfinato e che non è possibile ad oggi prevedere. «Per esempio quando manderemo la prima puntata di Viva Raiplay - spiega Ciccoti - nessuno sa cosa accadrà. Avremo sicuramente un picco, di cui non sappiamo però la consistenza e la provenienza geografica. La rai inoltre deve garantire pari accesso. Quindi dovremo impedire di far apparire la maledetta rotellina che gira anche se di dovessero connettere tutti e 300 gli abitanti del paese più piccolo che vi viene in mente. Sotto questo punto di vista la nostra sfida tencologicamente parlando è un'inedito rispetto ai nostri competitor». E in effetti è proprio così. Infatti mentre chiunque può connettersi richiamato da Fiorello per vedersi il suo nuovo show, i competitor di Raiplay - da Netflix a Sky - si rivolgono solo ai loro abbonati. 



Un'altra sfida che si pone la rivoluzione di Raiplay - proprio per raggiugnere quanti più utenti possibile - è quella di venire incontro ai "telespettatori". «Non è sufficiente per noi - spiegano gli uomini di viale mazzini - essere presenti negli store della Apple o di Google Play, per noi è importante venire incontro all'utente. Il nostro obiettivo è essere già compresi nelle App delle tv connesse o già installati di default sui device degli utenti o segnalati negli store». 

Lo stesso approccio varrà anche per i contenuti editoriali. Certamente - così come accade per Netflix - un algoritmo "intelligente" indicherà all'utente i programmi più adatti ai suo gusti, ma nel contempo ci saranno iniziative editoriali settimanali che punteranno a promuovere alcuni prodotti in particolare. Così nella settimana del compleano di Mina potremmo vedere che la piattoforma ci proporrà alcune puntate di Canzonissima o che nella settimana che precede Milan-Juventus venga valorizzata un'imperdibile intervista di Gianni Brera a Nereo Rocco. E da dicembre arriverà la nuova sezione bambini, rigorosamente senza pubblicità

E se certamente non mancheranno nuovi prodotti in esclusiva per Raiplay - come serie tv, film o documentari (ma anche tanto teatro e tanta opera lirica) - la parte del leone la giocheranno anche i "vecchi" programmi Rai. I nostalgici, infatti, potranno rivedersi tutte le puntate dell'ottavo Nano o di Pippo Kennedy Show, per non parlare dei prodotti delle Teche che piano piano, in parte, verrano portati dentro Raiplay. 

Insomma, la nuova sfida del servizio pubblico è coniugare il futuro dell'on-demand senza lasciare nessun telespettatore fuori dalla "rivoluzione" digitale. 

  
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 16 Ottobre 2019, 17:12
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