Sabrina Ferilli è Gloria: «Una simpatica canaglia in una commedia sarcastica»

L'attrice racconta la nuova fiction Rai. Nel cast anche Ghini

Sabrina Ferilli è Gloria: «Una simpatica canaglia in una commedia sarcastica»

di Donatella Aragozzini

«Una donna scorretta, audace, autonoma. Un personaggio particolare, politicamente scorretto. Una simpatica canaglia». Così Sabrina Ferilli descrive il suo ruolo in “Gloria”, la fiction con cui torna in Rai dopo ben 12 anni (l'ultimo progetto per la tv di Stato fu “Né con te né senza di te” nel 2012), in onda il 19, 26 e 27 febbraio in prima serata su Rai1. Presentata dall'attrice durante il festival di Sanremo, su quel palco che nel 1996 la vide affiancare Pippo Baudo ma che non la vedrà mai in veste di conduttrice («non ne sarei capace, a ognuno il suo mestiere»), la serie è firmata da Roberto Proia (che ne è anche produttore con la Eagle Pictures) e Fausto Brizzi (che ne è anche regista) e ruota attorno alla figura di una ex diva del cinema «che paga il fatto di essere una famosa attrice di mezza età in un momento storico in cui il merito, l'esperienza, la propria cifra lavorativa non contano niente rispetto a quello che è oggi il marketing del sentimento, la politica del dolore, il fatto che il non avere malattie o lutti spesso impedisce la copertina o l'ospitata in tv. Capendo questo, inizia a cavalcare l'onda e torna in auge: ricomincia a lavorare, ma a danno della sua famiglia».

Un personaggio insomma molto diverso da quelli interpretati finora, ma che l'ha divertita proprio per questo: «Dopo anni di ruoli sociali ed eroici, torno a fare commedia, era dai tempi di “Tutta la vita davanti” che non ne facevo». Ma quello della Ferilli non è l'unico nome illustre: nel cast spiccano Massimo Ghini, nei panni di un agente senza scrupoli, Sergio Assisi, Emanuela Grimalda e tanti celebri colleghi che hanno accettato di fare dei camei spesso poco lusinghieri, perché, come sottolinea la direttrice di RaiFiction, Maria Pia Ammirati, questa è una «commedia sarcastica, graffiante, che prende in giro noi che viviamo nel mondo del divismo e della comunicazione, volevamo mettere in evidenza i vizi e le virtù di questo circo».

Un genere nuovo, per la Rai, tanto che Ghini, quando ha letto il copione, era incredulo: «Ho detto: siamo su “Scherzi a parte”? Veramente ci fanno fare questa cosa? Sono molto contento: prima c'era solo la Rai, ora non siamo più soli, proseguiamo su questa strada». Il riferimento è, ovviamente, alle piattaforme di streaming, con le loro serie moderne e anticonvenzionali tanto amate dal pubblico. È a quel pubblico che “Gloria” si rivolge, per traghettare la serialità Rai nel futuro.

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Ultimo aggiornamento: Sabato 17 Febbraio 2024, 15:17