L'angelo di Sarajevo, Beppe Fiorello è il reporter Di Mare:
"È la storia di una famiglia nata tra le bombe"

L'angelo di Sarajevo, Beppe Fiorello è il reporter Di Mare: "È la storia di una famiglia nata tra le bombe"

di Donatella Aragozzini
ROMA - «È un privilegio parlare con il personaggio che mi ha ispirato, nella mia carriera non mi è capitato spesso. Ho interpretato grandi eroi ma anche uomini di strada, ogni essere umano ha una storia bellissima da raccontare e in questa fiction c'è un grande paradosso che mi ha travolto: la guerra di solito distrugge le visite e qui invece è nata una famiglia, è nato un padre, è nata una figlia».





Beppe Fiorello spiega così il motivo che lo ha spinto a proporre a RaiFiction, con il produttore Roberto Sessa, la trasposizione televisiva del libro autobiografico di Franco Di Mare Non chiedere perché, nel quale il giornalista Rai ha ripercorso gli eventi che lo hanno portato, mentre era inviato di guerra durante il conflitto serbo-bosniaco, ad adottare una bimba di nove mesi che viveva in un orfanotrofio.



«Sono rimasto folgorato da questa storia così immensa – prosegue l'attore – Franco Di Mare mi ha regalato un pezzo della sua vita». L'angelo di Sarajevo, questo il titolo della miniserie diretta da Enzo Monteleone e prodotta da Picomedia in collaborazione con Iblafilm, andrà in onda su Rai1 il 20 e 21 gennaio, martedì e mercoledì, per evitare lo scontro del lunedì con Scherzi a parte, come ammette la stessa Tinni Andreatta, direttore di RaiFiction, spiegando che «ci sembrava giusto permettere che questo prodotto così importante per noi venisse visto dal maggior numero possibile di persone».



«Non essendo né un santo né un cantante, è stato strano vedere Beppe Fiorello che interpreta me – sorride Di Mare – ha colto l'essenza di questo lavoro e il valore aggiunto degli inviati italiani: l'human touch, il tocco umano».

Impegnato a teatro con lo spettacolo su Modugno, Fiorello dovrebbe girare da maggio Io non mi arrendo, miniserie Picomedia su Roberto Mancini, ispettore della Criminalpol ucciso lo scorso anno dalla leucemia dopo aver combattuto le ecomafie nella Terra dei Fuochi fin dagli anni Ottanta, ma sogna la commedia: «È quello a cui sto pensando per il futuro, credo sarà per la televisione», rivela.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Gennaio 2015, 10:13
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