Chiara Dello Iacovo: «Porto la Carrà nel mondo della lirica». Debutta a Bergamo «Raffa in the sky»: un alieno che scende sulla terra

Lo spettacolo in scena dal 29 settembre al Teatro Donizetti che ha commissionato e prodotto questa opera contemporanea. La protagonista un'attrice-cantautrice piemontese passata anche da Sanremo

Chiara Dello Iacovo: «Porto la Carrà nel mondo della lirica». Debutta a Bergamo «Raffa in the sky»: un alieno che scende sulla terra

di Totò Rizzo

«Mi butto nella mischia» cantava spavalda Raffaella Carrà in «Chissà se va». Anche lei ha deciso di buttarsi in una mischia che in realtà è un’impresa da far tremare le vene ai polsi: “Raffa in the sky”, opera lirica che debutta il 29 settembre al Teatro Donizetti di Bergamo (la cui Fondazione l’ha commissionata e la produce) e che ha per protagonista proprio la showgirl, icona del nostro immaginario dagli anni Settanta a... sempre. Quella che per prima vestirà i panni di Raffaella dopo il suo addio al mondo (anche se questo «non è un musical né un biopic» come recitano da mesi a mo’ di mantra il compositore Lamberto Curtoni, i librettisti Renata Ciaravino e Alberto Mattioli, il direttore d’orchestra Carlo Boccadoro e il regista Francesco Micheli cui si deve l’idea dell’ardimentoso ambaradan) è Chiara Dello Iacovo, una ventottenne attrice-cantautrice piemontese di Savigliano (Cuneo), molto teatro con lo Stabile di Torino e qualche incursione nel pop compreso Sanremo. E che con grande sincerità dice: non sono cresciuta a pane e Carrà.

 

È una dichiarazione forte…

«Ma giuro che è così! Mia madre ascoltava i cantautori del suo tempo, da Guccini a De Gregori, mio padre i Pink Floyd e i Genesis…».

L’incontro con Raffaella, allora?

«È tutto un mondo che mi si è aperto, non solo la Carrà ma anche Bertè, Rettore, Giuni Russo. Lo devo ai miei amici attori, specie a quelli del mondo lgbt. A quel punto mi son messa a cercare, a documentarmi: gli archivi Rai, “Techetechetè”, il web».

La prima cosa che l’ha colpita della Carrà.

«Che è la prima che ci ha messo il corpo, oltre che il talento, la volontà, lo studio. Una rivoluzione».

Cos’ha Chiara in comune con Raffaella?

«All’inizio pensavo proprio niente, tanto che quando Francesco Micheli, con il quale avevo già lavorato, mi chiamò per il provino dissi di no, che c’erano tante brave attrici-cantanti che già facevano musical, certamente più adatte di me. Poi però, pian piano, scavando tra i materiali…».

Ha scoperto che…

«C’era un’affinità nel voler ottenere quello che vuoi senza scendere a compromessi, preservando la tua libertà che è una cosa che costa una gran fatica, un lavoro durissimo, una ricerca rigorosa.

Il privato di Raffaella, per esempio: sempre tenuto fuori dalla sfera professionale, senza divismi né vezzi da popstar. E poi l’energia, un’energia che dà gioia, che è il motore che spinge anche me a fare questo mestiere».

Chi è la sua Carrà?

«È un alieno, un robot che arriva sul nostro pianeta di cui non conosce nulla, che scopre il suo corpo e i suoi sentimenti incontrando gli umani. A quel punto vuol restare qui, non gliene frega più niente dell’immortalità negli spazi interstellari».

Come si trova una cantautrice pop nel mondo apparentemente austero della lirica?

«Avevo soggezione, lo confesso. Anche se con Carmela Remigio, che è una star del melodramma, avevo già lavorato in “Medea in Corinto” proprio qui al Donizetti e sempre con Micheli. Sono stati tutti straordinariamente protettivi, mi hanno fatta sentire a mio agio».

E dal punto di vista professionale?

«Un arricchimento. La complessità dell’opera, a livello drammaturgico, musicale, espressivo mi sta facendo crescere molto».

La prosa, la canzone, adesso l’opera. In futuro?

«Faccio fatica a immaginare il futuro, sto bene nel presente. Certo, mi piacerebbe pubblicare un album, ho un sacco di materiale. Sono sempre stata indipendente nella mia attività di cantautrice, adesso cercherei una produzione giusta, seria».

Magari facendo un pensiero per tornare a Sanremo?

«Mah, il primo è stato otto anni fa, non avevo ancora 21 anni… Sanremo è una bolla staccata dalla realtà, si sa, un mondo allucinante, di relazioni artificiali. Io sono una che non ama i convenevoli, che non sa mentire. Al festival mi chiedevo: sono sbagliata io o sono gli altri ad essere matti? Poi mi sono risposta che io mi stavo bene così e ne ero fiera. Nella vita reale è tutto meno grave di quanto sembri nello showbiz. Però se ci fossero le condizioni, se trovassi la squadra giusta, a Sanremo ci tornerei. Avendo un progetto serio, una bella canzone, chi rinuncerebbe al festival?».

I progetti prevedono magari amori in corso?

«Fidanzati? No. Come canta Raffaella in un momento dell’opera “sono libera, libera come l’aria”».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Settembre 2023, 18:36
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