Santi Francesi, da XFactor a Sanremo: «L'importante è partecipare, ci interessa la visibilità»

Hanno vinto Musicultura, X Factor e si sono piazzati a Sanremo Giovani. "Concorsificio? Le gare non piacciono a nessuno ma servono perché ti conosca più gente possibile"

Santi Francesi, da XFactor a Sanremo: «L'importante è partecipare, ci interessa la visibilità»

di Totò Rizzo

Per capire quanta acqua sul fuoco della tensione gettino i Santi Francesi a 48 ore dall’inizio del Festival, basta guardare un’istantanea su Instagram che li ritrae, solitari, all’ingresso dell’Ariston, davanti alle vetrate, uno in piedi, l’altro seduto per terra, un po’ artisti di strada, come a dire “restiamo umili”. Per capire invece quanta importanza diano a questa loro partecipazione a Sanremo 74, e magari che aspettative nutrano, basta dire che si sono fatti tatuare una palma, entrambi. Il duo di Ivrea (Alessandro De Santis, 25 anni, e Mario Francese, 26) minimizza. Tutto casuale, la foto e il tatoo, quest’ultimo un gioco nato in tour col loro batterista.

 

Intanto, più ansia o adrenalina?

«È una bella lotta di sensazioni, di umori: un’agitazione colossale ma anche tanta curiosità di affrontare quel palco in diretta».

Il pop elettronico de “L’amore in bocca”, il brano in gara, come si sposa con l’orchestra del festival?

«Benissimo. Siamo onorati d’essere circondati da questi musicisti che danno alla canzone uno sprint, una marcia in più, senza tradirne la matrice».

Santi Francesi, "L'amore in bocca": il testo della canzone in gara a Sanremo 2024

Vincitori a Musicultura e a X Factor, piazzati a Sanremo Giovani: a questo punto “l’importante è partecipare” è una bugia.

«Invece è una frase che ci calza benissimo. Non arriviamo con grosse velleità. Sappiamo che è un’esperienza significativa, che potrebbe aprirci nuovi spazi e di sicuro ci farà conoscere da più gente.

L’importante non è vincere, è partecipare sfruttando al meglio questa occasione».

Hard pop, lo chiamano, il vostro. La nicchia è quella giusta?

«Che la radice, l’ispirazione siano pop è certo, poi ci sono influenze che arrivano un po’ da dovunque, è un pop più aggressivo».

I Santi Francesi versione Bignami.

«Stessa scuola ma in classi diverse a Ivrea, uno studio di registrazione vicino al liceo. Alessandro aveva una sua formazione tendenza rock, cercava qualcuno che portasse una componente elettronica e mi sono proposto. Molta gavetta. Qualcuno ha creduto in noi. Una manciata di dischi. Ed eccoci qua, in duo».

Avete un’esperienza quasi decennale ma come molti siete passati da competizioni, gare, talent. Far musica così non rischia di diventare un concorsificio?

«Bisogna non precludersi nulla, il contest è un mezzo come un altro per farti notare, dipende da come lo usi. Le gare sono gare, non piacciono a nessuno, aggiungono tensione superflua ma servono».

Sembrate due artisti che non si accontentano della musica come canzone e basta.

«È vero, ci piacerebbe scrivere delle colonne sonore magari per un cortometraggio. Musica e parole hanno per noi un potere evocativo molto forte, qualcosa di immaginifico».

Dopo Sanremo?

«Nuovo disco, prima o dopo l’estate. E in estate comunque in tour: i live sono la cosa più bella di questo mestiere».

Gesti scaramantici, telefonate di incoraggiamento?

«Nessuna scaramanzia. Le telefonate solo a posteriori, parenti e amici ci hanno garantito che saranno sinceri fino alla spietatezza».

Finale gossip: Alessandro (fidanzato con l’attrice Matilda De Angelis, ndr.), verrà Matilda a Sanremo o si smarca come Sinner?

«Può essere di sì ma può essere di no».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Febbraio 2024, 08:25
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