Rkomi: «Resto timido, ma ora sono più sicuro e non bevo più»

Rkomi: «Resto timido, ma ora sono più sicuro e non bevo più»

di Rita Vecchio
Rkomi sta a Mirko Martorana, come il rap, l’hip pop e la trap stanno a un artista quasi 24enne della periferia milanese che vuole farcela. Che nella musica mal sopporta etichettature. E che, nonostante la sua timidezza, comincia a farsi spazio. Si intitola Dove gli occhi non arrivano (firmacopie oggi alla Discoteca Laziale di Roma), il suo secondo album registrato tra Italia e Sudafrica e prodotto da Charlie Charles - dopo i due EP Dasein Sollen e Ossigeno e il disco di esordio Io in terra (certificato Platino) - è un puzzle di 13 tracce di cui 6 duetti. Elisa e Jovanotti - i più inaspettati - ma anche Sfera Ebbasta, Dardust, Carl Brave, Ghali.
Mirko, dove è che “gli occhi non arrivano”?
«In molte cose. Il titolo mi rispecchia. E questo album, indipendentemente dal linguaggio forse più maturo, dice tanto. “Anche col testo sotto, non afferri il sottotesto”, canto. Perché va ascoltato andando oltre».
“Fuori una persona, dentro mille…”
«Sono io... Ho tante personalità che sto conoscendo».
È stata ingombrante la sua timidezza?
«Molto. Che poi, non è mancanza di sicurezza, ma - come diceva Vasco - un disperdere energie (ride, ndr)».
Il momento della vita in cui è adesso?
«È quello felice. Ma non solo per il disco. Ho comprato casa da qualche mese, cosa che per me e per la mia famiglia fino a 5 anni fa era impensabile, per mancanza di disponibilità e di background. Sono orgogliosissimo di questo».
Rimasto nella periferia?
«Sì».
Se le chiedessi le canzoni fuori dalla sua zona comfort?
«Blu, Dove gli occhi non arrivano, Per un no: hanno sonorità e un approccio differenti. Anche se nascono da un mio urlare, sono suonati. Avevo paura di non riuscire a giocarci perché temevo di perdere libertà. Ho osato. E ho fatto bene».
Un disco pieno di collaborazioni.
«C’è fiducia, rispetto, stima reciproci. Oltre una grande voglia di sperimentare. Jovanotti mi aveva invitato al Jova Pop Shop, Elisa era una mia fan, e con gli altri ci conosciamo da anni. Siamo stati bravi a far coesistere le varie diversità».
“Voglio riempire l’Assago”, canta in “La U”: un sogno?
«Posso sembrare egocentrico, ma sarebbe bellissimo. Sono stato al concerto di Guè Pequeno e ho scoperto che emotivamente ce la potrei fare».
Cosa c’è di Rkomi in Mirko, e viceversa?
«C’è tutto quello che Mirko non pensava di sapere fare. Di Mirko, Rkomi ha “l’anima-linconia”, per citare una mia canzone (Alice, ndr). Resto timido, introspettivo e malinconico. Ma più sicuro di me, grazie anche ai miei fan. E prima di salire sul palco non bevo più (ride, ndr)».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Marzo 2019, 09:17
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