Pino Daniele, il documentario-evento 'Il tempo resterà' a due anni dalla morte

Pino Daniele, il documentario-evento 'Il tempo resterà' a due anni dalla morte

di Michela Greco
«Mi considero tra i fan più scatenati di Pino Daniele. Facevamo il tifo per ognuno di voi musicisti della sua band, come si trattasse di una squadra di calcio che aveva sempre perso ma ora aveva fatto campagna acquisti ed era diventata uno squadrone». È affidata al romano Claudio Amendola - che ieri in conferenza stampa ha rivolto queste parole a Tullio De Piscopo, Tony Esposito, James Senese e Joe Amoruso – la voce narrante del documentario Pino Daniele – Il tempo resterà, diretto da Giorgio Verdelli e in sala come uscita-evento il 20, 21 e 22 marzo.

Una carrellata lunga quasi due ore di grandi momenti artistici del bluesman napoletano - con le immagini di repertorio degli importanti concerti a Caracalla, Pescara e piazza del Plebiscito a Napoli - intervallata dalle testimonianze di chi ci ha lavorato e chi l’ha vissuto come fonte di ispirazione. Una lista corposa che include i nomi di Jovanotti, Stefano Bollani, Ezio Bosso, Renzo Arbore, Enzo Gragnaniello, Massimo Ranieri e Vasco Rossi. «Pino Daniele è stato uno spartiacque, c’è stato un A.P. e un D.P. – dice nel film Enzo Decaro, che condivise col cantante l’amicizia con Massimo Troisi – Ha interpretato il suono di Napoli».

Nato nel 1955, Pino Daniele ci ha lasciato improvvisamente all’inizio del 2015 dopo «aver fatto una rivoluzione che ha unito il Vomero e Scampia» e dopo aver «portato il dialetto partenopeo in classifica», come si dice ne Il tempo resterà. O, come sottolinea ancora Amendola, dopo aver «creato un ponte tra Napoli e il resto del mondo, raccontandoci tutti i colori di una città di cui prima conoscevamo solo la camorra e il colera». Le emozioni di Napul’è e Je so’ pazzo, ma anche di Maggio se ne va e Schizzechea vengono raccontate nel film attraverso molte immagini inedite: «Mi sono lasciato guidare dalle emozioni – ha spiegato il regista – e ho cercato di evitare gli elementi troppo noti».

E grazie agli storici componenti della band, nell’incontro con i giornalisti fioccano gli aneddoti: «Conobbi Pino quando suonavo nei Napoli Centrale – ha detto il sassofonista James Senese – Mi cercò e disse che voleva suonare con noi. Vidi questo omaccione, lo trovai subito simpatico e gli proposi di suonare il basso nella band. Gli chiesi se possedeva lo strumento, ma non lo aveva e non aveva nemmeno i soldi per comprarlo. Glielo comprai io».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Marzo 2017, 08:42
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