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Un ciclone di nome Beyoncé Giselle Knowles, coniugata Carter, per gli amici Beyoncé. È lei, da ieri, la regina incontrastata dei Grammy, con la sua montagna di statuette: 32, una in più del primato precedente detenuto dal direttore d’orchestra Georg Solti, morto nel 1997. Un record suggellato da tre nuove vittorie, ottenute dalla ex-Destiny’s Child ancor prima che iniziasse la diretta da Los Angeles, e altre due durante la trasmissione sulla Cbs. «È l’artista del nostro tempo», l’ha incoronata Lizzo sul palco. Eppure, per Queen B, seduta tra i vip della Crypto.com Arena (l’ex Staples Center) trasformata in bistrò, non tutto è andato per il verso giusto. La cantante di Renaissance, infatti, è stata ancora una volta esclusa dai premi di maggior rilievo assegnati dalla Recording Academy. Ad esempio (per la quarta volta) da quello per l’Album dell’anno, andato a Harry Styles con il suo Harry’s House.
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