Foo Fighters: «Il nuovo album "Medicine at Midnight" è la nostra cura in tempi di lockdown. Ma i live sono la vita»

Foo Fighters: «Il nuovo album "Medicine at Midnight" è la nostra cura in tempi di lockdown. Ma i live sono la vita»

di Rita Vecchio

«Ogni domanda mi fa parlare per 20 fottuti minuti». Scherza con la stampa italiana Dave Grohl, leader dei Foo Fighters, in collegamento virtuale da Los Angeles. Causa occasionale è l’uscita di “Medicine At Midnight”, decimo disco della band. Anticipato da “Shame Shame” singolo che si distacca dal resto delle tracce più leggere e colorate, al pari della copertina.

Il brano nasce da un incubo ricorrente da ragazzo «che descriveva una bara in fiamme in cima ad una collina che cercavo di aprire, anche se bollente. Eppure la mia infanzia è stata felice». “Medicine “guarisce”, Midnight è “urgenza”: «mi chiedono spesso se il rock è morto. Ma come può essere morto il rock se 100mila persone cantano “My Hero”?».

E cita Billie  Eilish «affermatasi per un motivo culturale», Miley Cyrus che suona la chitarra «come Joan Jett negli anni ’80» e Phoebe Bridgers «che ne spacca una al Saturday Night Live. Il rock rinasce ogni volta dalla tomba come uno zombie e cerca di riconquistare il mondo». Parla dei Nirvana («con loro non c’erano vie di mezzo.

O era “wow!” o era “fuck!”), e di politica («Mio padre scriveva discorsi per i repubblicani, al Washington D.C.. Questo mi basta per non voler entrare in politica: mi ribello da sempre a mio padre»).

E sui live: «Suonare dal vivo è l’amore della mia vita. Speriamo si possa tornare a farlo presto». 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Febbraio 2021, 08:30
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