Davide Simonetta, il "Re Mida" del pop: «Annalisa è unica, Morgan un provocatore. Ma quella volta ho sbagliato»

L'autore di "Bellissima", "Mon Amour" e "Disco Paradise" si racconta

Davide Simonetta, il "Re Mida" del pop: «Annalisa è unica, Morgan provocatore. Ma quella volta ho sbagliato»

di Ferruccio Gattuso

Lineare come una melodia azzeccata, semplice nel raccontarsi come «le armonie che fanno centro nella musica pop». Davide Simonetta, classe 1983, è così. E soprattutto è l'uomo delle note e dei suoni dietro Annalisa, star del pop italiano. Compositore e produttore (per molti artisti, tra cui Tiziano Ferro, Nek, Emma Marrone, Francesco Renga), faccia da ragazzo della porta accanto, idee chiare: un mix che spiega perché lui sia l'uomo che tutti vorrebbero vicino, perlomeno se sei un artista e devi sfornare un disco.

Ha fondato due band i Karnea e i Caponord - ha calcato il palco e sa di cosa si parla: ci spieghi qual è il segreto di Annalisa quando ci sale sopra.
«È vero, Annalisa ha questo carisma tutto suo quando va in scena. Il segreto? Ciò che non si vede: la gavetta. Lei ha macinato palchi da quando è giovanissima. Si è fatta il mazzo. Ci conosciamo da una vita e ha la stessa cultura del lavoro che ho io, che mi sveglio ogni giorno all'alba a Milano per andare nel mio studio a Cremona. Metà della mia vita l'ho passata lì dentro».

Ha fatto da autore e produttore per molte star della musica italiana: che cos'ha di unico Annalisa?
«Gli automatismi con lei vengono naturali. Un album deve avere un suono e una visione precisi, significa che devi lavorare in team, passare tempo insieme. Il nostro metodo? Prima di andare in studio si va al piano di sopra, dove ho una cucina. Si prende il caffè, e c'è spazio per sfoghi e confidenze. Temi e parole partono da lì. Poi magari io ho un disegno armonico da parte. Insomma, la cucina delle canzoni parte. dalla cucina».

"Bellissima", "Mon Amour", "Sinceramente" di Annalisa. Disco Paradise di Annalisa, Fedez e Articolo31. All'ultimo Sanremo anche il brano di Geolier portava la sua firma. Come si capisce, mentre si scrive, di avere in mano una hit?
«La hit è un mistero.

Ma la bella canzone deve stare in piedi da sola, piano e voce. Poi può anche partire da un suono giusto, ma se vale deve reggere nuda, senza sovrastrutture. E visto che si parla di pop, deve avere la magia della semplicità».

Morgan a "X Factor" l'attaccò proprio sulla semplicità, lei rispose per le rime: polemica archiviata?
«È la prima volta che torno sull'argomento e dico che forse sbagliai anch'io. Quando risposi, volevo solo difendere le mie canzoni. Perché c'è tanto lavoro. Poi il pop non è la classica, ovvio, e Dua Lipa non è i Beatles. Ma il qualunquismo non serve a nulla, e poi...».

E poi?
«Ho rispetto per Morgan. Ho sempre amato i Bluvertigo, ricordo ancora quando aprirono il live di David Bowie a Lucca nel 2002. Morgan, beninteso, resta un gran provocatore. A mente fredda penso che non avrei dovuto nemmeno rispondere».

Progetti?
«Sto lavorando come produttore con i Negramaro per il nuovo album. Era da tanto che volevo tornare a interagire con una band».

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Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Aprile 2024, 15:05
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