Annalisa: «Non sono una femme fatale. Vorrei cantare in inglese, ma punto ancora Sanremo, oggi quel palco è troppo importante»

Dopo un'estate da record, la cantante pubblica "E poi siamo finiti nel vortice". Tutto esaurito per il suo primo grande concerto al Forum di Assago il 4 novembre

Annalisa: «Non sono una femme fatale. Vorrei cantare in inglese, ma punto ancora Sanremo, oggi quel palco è troppo importante»

di Rita Vecchio

Quando si parla di nuovi inizi, soprattutto se si è nel girone del successo, c'è sempre il pericolo di non considerare quello che c'era ancora prima, ovvero la gavetta, essenziale e imprenscindibile. Annalisa lo sa bene. Artista poliedrica, intellettualmente decisa, consapevole che nella vita si debba perseverare, in "E poi siamo finiti nel vortice", album che uscirà con la stessa discografica degli esordi, la Warner, il 29 settembre, c'è consapevolezza della meta raggiunta, senza dimenticare quel tracciato musicale che inizia nei club, prima ancora che ad Amici nel 2011, e che arriva a tagliare il traguardo dei primi palazzetti, dopo un anno di numeri stellari con "Bellissima", "Mon Amour" e "Ragazza Sola", tre singoli che l'hanno catapultata ai vertici di classifiche e proiettata nell'albo patinato delle certificazioni, addirittura prima donna a rimanere in classifica con un singolo ("Bellissima") per più di un anno.

 

Annalisa, dal vertice dei numeri super al vortice del disco? Sembra un gioco di parole.

«È la metafora della vita e del suo saliscendi. Vortice è come vivo io, a fasi cicliche, momenti in cui ai nuovi progetti, alla sperimentazione e ai risultati, si alterna il fascino di ricominciare continuamente daccapo». 

In che fase si trova adesso? Riscatto, rivincita e sacrifici ripagati? 

«Ho la sensazione di raccogliere i frutti di tanta semina fatta negli anni. E’ un momento bello della mia carriera. Un anno fa "Bellissima" ha dato il via a una nuova direzione, non solo perché la prima canzone scritta dell’album. Raccontava una delusione e si poneva tante domande che sono state poi indirizzate a “Mon Amour”, brano dalla voglia di rivincita. In “Ragazza sola” si riscopre il bello della solitudine. E' il disco della ripartenza, pieno di energia e maturità».  

 

Cosa ha spinto allo start? 

«La voglia di unire due mondi musicali vicini a me. La vocalità, la melodia, la tradizione delle grandi donne della musica italiana, Nada, Raffaella Carrà, Rettore, Vanoni, Mina. Insieme a un mondo sonoro più elettropop e anni ’80. Ho mischiato i due filoni e ho creato quello che è il mondo di Annalisa oggi». 

Lei ha una vocalità identitaria e autentica. Ha mai pensato che qualche canzone non l’abbia valorizzata abbastanza?

«Non mi sono mai sentita screditata dalle mie canzoni del passato e non credo che non valorizzassero la mia voce. Però penso che in alcuni casi mancassero di qualche ingrediente e di un po’ di consapevolezza. Quando si sperimenta è naturale che ciò accada ed è anche l’unico modo per raggiungere quella libertà cui un artista anela. Io ho bisogno di provare, sono coinvolta in prima persona, dalla scrittura alla scelta delle sonorità. In questo disco gli ingredienti ci sono finalmente tutti, c’è tanto sound internazionale, e c'è sincronia con l'epoca che stiamo vivendo». 

E cantare in inglese? 

«Sì, nella mia testa una possibilità c’è. Vorrei tradurre alcuni di questi ultimi brani, credo si prestino molto». 

Dacia Maraini ha detto che «In politica per le donne si è aperta una strada, ma i diritti non sono mai scontati». Lei  che pensa?

«Che è vero.

Questo vale nel lavoro, come nella vita privata. Ci sono tanti passi ancora da fare per raggiungere quel punto in cui non sarà più necessario chiedersi se la persona che arriva a un obiettivo sia uomo o donna». 

E lei si è mai domandata se ha avuto tutto quello che meritava indipendentemente dall’essere uomo o donna?

«Sì. C’è grande consapevolezza per noi donne che, per ottenere la stessa cosa degli uomini, dobbiamo lavorare di più. Non otteniamo meno, ma i tempi sono più dilatati».

E’ stata tra i volti scelti dalla campagna Equal di Spotify proprio su questi temi. Cosa ha rappresentato per lei?

«Un modo per esserci e parlarne. Solo parlandone si possono fare passi avanti. Oltre che provare una grandissima gioia. Fa effetto vedere la propria faccia a Times Square». 

Si è parlato di femminismo pop, tra cui c’è Taylor Swift, prima artista femminile a superare 100 milioni di ascoltatori mensili sulle piattaforme stream. E’ giusto che la musica si esponga sulle pari opportunità e sulla discriminazione di genere?

«Certo che sì. Credo che la musica abbia un grande potenziale. La musica pop in particolare ti consente di raccontare a tanta gente attraverso una melodia orecchiabile. Io ho cercato di farlo con le mie canzoni. E farlo con la musica pop significa non fermarsi all’apparenza, andare nello strato immediatamente sotto quella melodia che ti piace cantare».

Da donna, si sente la responsabilità di portare avanti un messaggio positivo?

«Sì e la vivo con entusiasmo. Mi piace raccontare il mondo femminile nella sua verità. A volte per apparire forti e all’altezza si crede erroneamente che si debba rinunciare a una fettina di femminilità. La femminilità ha sfaccettature diverse che completano la visione del mondo». 

E’ stata definita “Femme fatale”: le ha dato fastidio?

«No, fastidio no. Ma non mi ci sento. Lavoro sull’immagine per dare più valore alle storie che racconto. Su "Bellissima", i capelli bagnati e il trucco sfatto. La voglia di rivalsa di "Mon Amour" come Valentina di Crepax. L’individualismo di "Ragazza sola" con il capello corto biondo, in onore di quelle donne icone di grinta, forza, come Madonna o Annie Lennox». 

Visto che si parla già di Sanremo, un brano al guru Amadeus lo ha mandato? 

«Non è semplice rispondere a questa domanda, ma non ancora. Ci sono diverse canzoni rimaste fuori. Sanremo è sempre una cosa importante. E oggi, non si può prescindere da questo palco». 

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“ANNALISA: IL FORUM”, già sold out, previsto sabato 4 novembre al Forum di Assago (Milano), sarà l’unico evento live della cantautrice nel 2023, anteprima del primo tour nei palasport. 

Queste tutte le date del TUTTI NEL VORTICE PALASPORT organizzato e prodotto da Friends & Partners:

6 aprile 2024 @FIRENZE – Mandela Forum

10 aprile 2024 @MILANO – Mediolanum Forum (Assago)

12 aprile 2024 @BARI – Palaflorio

13 aprile 2024 @NAPOLI – Palapartenope

19 aprile 2024 @PADOVA – Gran Teatro Geox

21 aprile 2024 @ROMA – Palazzo dello Sport


Ultimo aggiornamento: Sabato 7 Ottobre 2023, 14:32
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