Valeria Golino: «Per "Occhi blu" ho recitato nel vuoto e cancellato ogni mia espressività»

Valeria Golino: «Per "Occhi blu" ho recitato nel vuoto e cancellato ogni mia espressività». Nel film opera prima di Michela Cescon

di Michela Greco

TAORMINA – «Io come Ryan Gosling, sono la donna senza espressioni». Dopo la strega cieca del post-apocalittico La terra dei figli, Valeria Golino si è lanciata in un altro ruolo che l’ha portata ad attraversare territori inesplorati persino in una carriera lunga e densa come la sua.

Diretta da Michela Cescon, che è passata, come lei, dalla recitazione alla regia, in Occhi blu – in anteprima fuori concorso al Taormina Film Fest e dall’8 luglio al cinema - Golino è una rapinatrice inafferrabile, che ruba e fugge in sella a una moto. 


Parla poco, percorre una Roma astratta, geometrica, è una donna indecifrabile. Una rappresentazione del femminile totalmente inedita in un racconto che porta il genere (polar) all’estremo per la nostra attrice più riconoscibile, anche all’estero. Infatti Valeria è reduce dal set losangelino della seconda stagione di The Morning Show (su Apple Tv + a settembre), mentre in patria si prepara alla terza regia con un adattamento de L’arte della gioia di Goliarda Sapienza e all’uscita de La scuola cattolica, dal romanzo premio Strega di Albinati. 


Come si fa a prepararsi per un film come Occhi blu, in cui le suggestioni visive contano più dell’intreccio? 
«Ho veramente capito che film stavo facendo quando abbiamo cominciato a girare e mi sono ritrovata in un vuoto allucinato, senza oggetti, in questa città che non sembrava nemmeno più Roma. Quello che Michela voleva da me era il contrario di quello che spesso vogliono da me.

Le ho anche detto “Perché mi hai scelta? Potevi prendere una bella ragazza di 30 anni”. Invece ha preso una donna di mezza età che ha come punto di forza l’espressività, e poi l’ha cancellata. Ma io mi sono fidata e sono contenta di averlo fatto». 


Si è arresa, insomma. 
«Ho capito ciò che voleva e non mi sono opposta. Darle la mia visione avrebbe significato snaturare la sua. La cosa divertente è che ha ribaltato i cliché di genere: in questo film la femme fatale non sono io, ma Ivano De Matteo, che interpreta il commissario!» 


Ha ripensato, lavorando con Michela Cescon, al coraggio che le è servito per il suo primo film da regista? 
«Io penso di aver fatto, con Miele, un film abbastanza coraggioso, ma non mi sarebbe mai venuto in mente di essere così trasgressiva. Avevo una storia che aveva bisogno di essere sempre compresa, Occhi blu non è così. Il film di Michela è spavaldo, come lei». 


Si è riconosciuta in questa donna che fugge su due ruote? 
«È un personaggio che non avevo mai fatto, non mi aspettavo che sarebbe stato diverso fino a questo punto. Per un’attrice come me, che ha fatto tanti tanti film che in qualche modo continuano a essere visti e che quindi un po’ si annoia di se stessa, trovare delle cose che mettono in pericolo è stimolante. È successo anche con La terra dei figli». 
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Foto di Simona Pampallone


Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Luglio 2021, 13:31
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