Mangold: «Le Mans '66? Duello tra macchine in un'era romantica»

Mangold: «Le Mans '66? Duello tra macchine in un'era romantica»

di Michela Greco
ROMA – Le Mans ‘66 – La grande sfida, ovvero il racconto travolgente, a 7.000 giri al minuto, di come la Ford riuscì a imporsi sulla blasonata Ferrari nella prestigiosa 24 ore sul circuito francese con un’automobile creata in poche settimane. Una vittoria clamorosa, ottenuta grazie alla grinta e al talento di Carroll Shelby (Matt Damon) e del pilota Ken Miles (Christian Bale), rievocata da James Mangold (Logan – The Wolverine e Walk the Line) riuscendo in un’impresa notevole: rendere inevitabile persino al pubblico italiano di fare il tifo per quei due underdog della scuderia Usa tutti estro e coraggio, anche a costo di mettersi contro la nostra rossa fiammante. «Non sono un grande fan delle corse automobilistiche – ha confessato il regista, ieri a Roma – e mi sono chiesto come renderle entusiasmanti al cinema. Quando le vedo in tv mi sembrano lente, l’impressione è addirittura che le macchine non si muovano. Ho capito che il segreto è guardare cosa accade dentro le auto, mostrare la strategia, la tensione, le emozioni del pilota, capire perché frena o cambia marcia: a quel punto sei coinvolto nell’azione ed esposto alle emozioni».
Con Le Mans ‘66, che sarà al cinema dal 14 novembre, Mangold compone prima di tutto un buddy movie in cui il progettista di auto Carroll (Damon) e l’irascibile pilota Ken (Bale) sfidano tutto e tutti con la forza della loro amicizia. «Credo che il nostro sia un film romantico – ha confermato il regista – All’epoca in quel mondo c’era più innocenza, oggi è diventata soprattutto una questione aziendale. Anche nel mondo del cinema c’è sempre una lotta tra arte e commercio, ma se la combatti vuol dire che hai scelto di entrare in quell’arena». Nelle due ore e trentadue di adrenalina di questa trascinante ricostruzione di una storia vera, Le Mans ‘66 mette in scena, naturalmente, anche la sfida tra Henry Ford II (Tracy Letts) ed Enzo Ferrari, interpretato da Remo Girone. Mentre le auto bruciano la pista e nell’abitacolo si consuma la sfida tra un uomo (il pilota) e i suoi limiti, a bordo circuito si gioca infatti la rivalità tra i due patron dagli stili opposti: se Ferrari segue composto la gara dai box, Ford va e viene dal circuito col suo elicottero. «È stato bello incarnare un personaggio importante della storia italiana, ma conosciuto anche universalmente – ha commentato Girone – Sul set gli altri attori non mi conoscevano, ma quando hanno visto che interpretavo Ferrari hanno tutti voluto farsi una foto con me»
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Ottobre 2019, 08:29
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