Un film per Antonio Albanese e Virginia Raffaele: «Le nostre disavventure a -12°»

A Sorrento i due presentano “Un mondo a parte” diretto da Milani

Un film per Antonio Albanese e Virginia Raffaele: «Le nostre disavventure a -12°»

di Alessandra De Tommasi

SORRENTO - Riccardo Milani torna a puntare, per la quinta volta, su Antonio Albanese. L’attore è protagonista del suo nuovo film, “Un mondo a parte”, presentato in anteprima alle Giornate professionali di cinema di Sorrento e in sala dal 28 marzo. Interpreta Michele, un insegnante che chiede il trasferimento in uno sperduto paesino nel Parco dell’Abruzzo. La scuola però rischia di chiudere perché ha solo sette alunni. La vice-preside Agnese (Virginia Raffaele) inizia così una battaglia per preservare il senso di comunità del posto. L’idea è nata da un luogo reale che il regista frequenta da anni e che in un breve lasso di tempo ha visto decimata la popolazione (fino a contare poco più di 300 abitanti). I ricordi dei due attori sul set sono tragicomici: «Quando la mattina mi presentavo sul set – scherza Albanese – sembravo un fermo immagine. Un giorno abbiamo girato a meno 12 gradi e non mi sono trovato in vita mia a sentire tanto freddo. Un’altra volta per esigenza di copione ho affrontato davvero la neve con i mocassini, in montagna». «Sì – gli fa eco la collega – perché il “metodo Milani” prevede una difficoltà dieci: prova piacere a farci soffrire, non vi dico le cadute con le scarpe basse che mi ha fatto usare, in un luogo popolato da lupi».

Intemperie a parte, l’ostacolo maggiore lo hanno rappresentato, a sorpresa, i bambini: «Sono dei selvaggi – continua Albanese – il primo giorno li ho salutati e non mi hanno risposto, ho provato a conquistarli facendo il verso del grillo.

Allora ho chiesto al regista: “Ma come li hai selezionati?». Virginia Raffaele scoppia a ridere: «Hanno un caratterino, sono selvatici, però quando fatichi tanto poi ci metti un qualcosa in più. Comunque si è mangiato mezzo Abruzzo». «Ovvio – risponde lui – un giorno sono andato in macelleria e per un pezzo di manzo e una gallina mi hanno fatto pagare 3 euro e 50. E poi le signore del posto mi portavano formaggi, arrosticini e mi commuovevano. Una volta che Virginia era malata le ho fatto il brodino (quello dell’agnello che però ho mangiato io)». Lei ha fatto un corso accelerato di dialetto, lui ha provato a vincere delle paure: «Milani ha deciso di farmi girare una scena con un cervo vero – conclude Albanese – figuratevi: io ho paura persino di un gattino!». Con ciak notturni, neve fino ad aprile e piccolo cast irrequieto più che un film, questa è sembrata un’impresa titanica ma tutti giurano ne sia valsa la pena.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Dicembre 2023, 07:56
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