Oggi sposi, ma attenzione

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di Nancy Brilli

È primavera. Sta per iniziare la stagione dei matrimoni. Antonia ci racconta un sacco di superstizioni di cui è esperta, assolutamente da non ignorare, pena grande sciagura. Intanto, dice, per prima cosa la futura moglie non dovrebbe mai farsi da sola l’abito, neppure se sarta, rischiando la tirchieria del marito a vita. Mostrarlo al futuro coniuge, poi, è indizio certo di disgrazia, e ciò sarebbe confermato dal fatto che Eva sfoggiò la foglia di fico ad Adamo, con quel gran casino che ne seguì. Da non sottovalutare inoltre che di venere e di marte non si sposa e non si parte, perché il martedì è dedicato al dio della guerra, e il venerdì pare certo che nacquero tutti gli spiriti maligni. Non sia mai.

Sarebbe da evitare anche l’altrimenti amatissimo mese di maggio, per il fatto che questo è il momento in cui vanno in amore gli asini, da cui, in maniera non troppo velata né elegante, si dice che a maggio i somari hanno cinque gambe.

Porterebbe invece un gran bene appropriarsi di un pezzo dell’abito nuziale, specie se bianco. Pare che in passato le povere sposine finissero per sembrare delle straccione, con la veste a brandelli. Attenzione estrema andrebbe posta al fare un piccolo salto arrivando alla cerimonia, giusto per evitare la jella sicura lanciata dagli sguardi delle zitelle. Non far cadere le fedi, non versare l’olio, non spargere il sale, non guardare negli occhi la suocera, non essere della coppia il primo a spegnere la luce, fatti tutti che conseguirebbero la dipartita precoce, e via di questo passo, con una lista infinita. Si raccomanda almeno di produrre dopo lo sposalizio un rumore fragoroso, un fracasso, un macello, che così si spera che gli spiriti maligni si spaventino e scappino via. La Rochefoucauld sostiene che il matrimonio sia l’unica guerra in cui si dorme col nemico. E che cavolo. Verrebbe da chiedersi se valga davvero la pena di rischiare.


Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Aprile 2023, 11:48
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