Nancy Brilli: «Da sposi a estranei»

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di Nancy Brilli
Ludovica vuole divorziare, e il marito non capisce il perché. A lui pare tutto uguale. Lei sostiene che in effetti dal punto di vista dell’uomo sia realmente così. Da quello di lei, tutto diverso. Ha desiderio di viaggiare, di non stare più nella stessa casa, di pensare al suo sviluppo personale, all’arte, alla natura. Lo sposo invece perpetua le abitudini di sempre, dal lavoro alla pennichella pomeridiana, dalla domenica coi parenti ai pranzoni delle feste comandate. A Ludovica non interessano più, non accetta imposizioni e dice che non è colpa di nessuno. Quando si sono sposati erano uguali, con gli stessi gusti, gli stessi desideri. Ora sono due estranei. L’unica costante per entrambi, per fortuna, è l’amore per i figli ormai grandi, e questa, dice, sarà la base fissa per il futuro, ma il matrimonio no. Il matrimonio è l’anello debole della catena, quindi per lei grazie, basta così. Sai che ti dico, Ludo? Sei onesta. Personalmente non ne posso più di vedere personaggi uniti in mica tanto sacro coniugio che si abbottano di corna più o meno evidenti, mariti che usano le mogli come collante per la famiglia, mogli che usano i mariti come posizionatori sociali. E viceversa, naturalmente. Sarebbe bello cercar di riparare quel che si è rotto, ma è anche vero che ci vuole una bella dose di fortuna affinché si cresca durante gli anni entrambi nella stessa direzione. A te non è capitato, peccato, ma succede. Adesso però, fatti capitare la vita che vuoi davvero.
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Aprile 2024, 09:34
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