Scuola, l'alfabeto del caos: dagli alunni agli zaini tutti i problemi dalla A alla Z

L'alfabeto del caos scuola, dagli alunni agli zaini tutti i problemi dalla A alla Z

di Davide Desario
Alunni. Sono l’anello debole della catena “istruzione a distanza” fatto di decreti, diritti costituzionalmente garantiti e doveri dei docenti. Pagano sulla loro pelle i disagi casalinghi, le difficoltà economiche e l’egoismo di certi prof. La Didattica a distanza è bella a dirsi ma, così com’è, nella pratica è un caos che non li aiuta. 

Bocciatura. Questa sconosciuta! L’anno si chiuderà con tutti promossi. A inizio settembre - chissà come - l’eventuale recupero degli apprendimenti dalla primaria all’ultimo anno del liceo. Dibattito spalancato sull’inizio delle lezioni. Sarà la Conferenza Stato-Regioni a decidere, tra pressioni di famiglie che non sanno dove lasciare i figli e misure anti-contagio. 

Concorsi. Non si capisce bene se si faranno o no. L’ordinario per la secondaria di I e di II grado, quello per infanzia e primaria, fondamentali per acquisire una abilitazione all’insegnamento non si sa se slitteranno di mesi. Il rischio di continuare a far insegnare personale poco formato c’è. Eccome. 

Didattica a Distanza. La chiamano DaD. Prima è stata «consigliata» poi «obbligata» dal ministero. Ma le norme e le direttive della ministra Azzolina sono vaghe per la gioia dei sindacati e di chi anche in questo momento di emergenza coronavirus pensa solo a se stesso. Quante ore minime devono seguire i ragazzi? Non si sa. Un caos senza precedenti tra scuole rimaste ai tempi della pietra, docenti che si appellano alla libertà di insegnamento (da quando la libertà di insegnamento decide l’organizzazione di una scuola?) e problemi di privacy. 

Esami. Per il primo ciclo, si ridurranno alla consegna di un elaborato del candidato (senza discussione orale?), e per la maturità a un unico colloquio interdisciplinare. Parole chiave sono la completezza e la congruità della valutazione nonché chiarezza per l’attribuzione del voto. Ma come si fa ad avere omogeneità? 

Famiglia. Sul web gira una battuta: «Maestre iniziate a raccogliere i soldi perché alla fine di quest’anno sarete voi a fare il regalo ai genitori». Ed è vero. Famiglie stipate in case troppo piccole, dove ci si contende pc e tablet, tra smart working dei genitori e DaD dei figli. Se sono fortunate, trovano una scuola che li aiuta. Quando va male, sono loro a dovere supplire ai docenti.
 
Graduatorie. È uno dei nodi fondamentali: i famosi punteggi che ogni tre anni - quelle di istituto - arrivano come Messia sceso in terra per ottenere il ruolo o una cattedra succulenta fino al 31 agosto. Nessun aggiornamento per il 2020/21. Si dovrà aspettare l’anno ancora dopo. Insomma, nonostante i proclami della Azzolina, sarà un altro anno con docenti non formati nelle classi. 

Handicap e disabilità. Sono gli alunni più fragili, quelli per cui si prevedono specifiche misure con il piano educativo individualizzato, il sostegno e l’assistenza. Con bravi docenti, l’inclusione è garantita anche a distanza. Altrimenti, sono più isolati che mai. E non è giusto.
 
Insegnanti. Qui si vede davvero chi è bravo e chi no. Chi lo fa con passione e con la voglia di formarsi sempre, e chi no. Il bravo docente non si tira indietro e fa di tutto per mantenere insieme classe, alunni e apprendimenti. Al di là di ciò che dice il contratto. Perché il momento storico lo impone. 

Licenziamento. È quello che si sono visti arrivare i supplenti quando il titolare della cattedra che era in malattia, aspettativa o permesso, dopo le vacanze pasquali è tornato miracolosamente in classe perché con la Dad può riprendersi lo stipendio pieno. Non aspettando il 30 aprile, data che permetterebbe comunque di mantenere la continuità didattica agli alunni con il supplente che li segue da mesi. 

Ministero dell’Istruzione. Si è messo in rete per aiutare la DaD. Ha fatto decreti spesso confusi, che non sciolgono i nodi. Si è reso (si spera!) conto che alle Scuole va dato molto più supporto e finanziamenti di quelli stanziati negli ultimi 30anni. 

Norme di comportamento online. Quelle che le scuole più efficienti hanno diffuso a famiglie e alunni, attingendo dal regolamento di Istituto e dal patto educativo. Norme che richiamano a decenza, educazione e ai principi di privacy. Per gli altri cyberbullismo a go-go a danni di insegnanti e compagni.

Orari. Sono lasciati all’organizzazione della scuola e ancora peggio, quando il dirigente non controlla, alla libertà del docente. Questo significa che ci sono alunni che fanno lezioni online e altri a cui vengono solo dati materiali da studiare e compiti. 

Presidi. Sono il perno su cui gira tutta l’organizzazione della DaD. Più autorevole sono, più la scuola funziona. Ma sono schiacciati tra il diritto allo studio degli alunni, le richieste delle famiglie, le lamentele di quei docenti che non hanno capito che devono lavorare visto che prendono un regolare stipendio e il personale Ata da governare. 

Quadrimestre. Un quadrimestre anomalo e inusuale. Si chiuderà come da calendario che è stato stabilito da ogni singola scuola.

Reclutamento. Non si sa come avverrà. Come inizierà la giostra delle supplenze il prossimo anno, tra graduatorie e Messe a disposizione (MAD). Se le graduatorie sono bloccate, potrebbero essere riconfermati i docenti in carica, almeno nelle prime settimane di scuola. Tradotto? Si salvi chi può. 

Specificità dell’apprendimento. Gli alunni con DSA, per intenderci. Garantiti i loro diritti, gli apprendimenti terranno conto del Piano Didattico Personalizzato, delle misure dispensative e degli strumenti compensativi. Ma anche qui, il diritto è pari alla bravura dei docenti. Altroché! 

Tutele. La miopia dei sindacati non è mai emersa come in questo periodo di emergenza per tutto il Paese. Puntano più allo stato di diritto che a quello dei doveri , per la gioia dei furbetti della cattedra. Illudendo e confondendo docenti più su quello che non sono tenuti a fare che su quello che devono fare. 

Url e il caos delle piattaforme. Registro elettronico, G Suite, Weschool, Zoom, Meet… una marea di app sono spuntate come funghi tra il divertimento degli alunni, il panico dei docenti e le imprecazioni delle famiglie. Servono programmi certi e uguali per tutti. 

Voti. Bella gatta da pelare. Soprattutto per i ricorsi che penderanno sulla testa delle scuole per eventuali voti che non piacciono. Perché sulla valutazione è tutto poco chiaro. Gli scrutini, considerato che la ministra ha detto che non si rientrerà quasi certamente a scuola, si faranno in via telematica. Ma a distanza come vanno valutate partecipazione e apprendimento?

Zaino. Dopo quest’anno non potrà più essere privo di ipad, tablet e tutto quello che di digitale ci possa essere. Speriamo che al ministero lo abbiano capito. E che lo abbiano capito pure i docenti. Senza se e senza ma.

davide.desario@leggo.it
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Maggio 2020, 11:36
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