Parkinson, studio italiano scopre una “spia” nella pelle
«Chiediamo al ministero della Salute di attivare un tavolo cronicità che permetta di risolvere queste criticità in maniera omogenea - dice il professor Pietro Cortelli, presidente della Fondazione Limpe per il Parkinson Onlus - Bisogna evitare di fare delle scelte frammentarie, bisogna optare per delle decisioni magari più lente ma stabili nel tempo».
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«In questa situazione di emergenza - spiega Cortelli - i pazienti sanno che non sono in prima linea, ma hanno comunque bisogno di essere ascoltati e seguiti per le loro emergenze». La Fondazione Limpe si è attivata nel frattempo con iniziative che mirano a non abbandonare i pazienti costretti a casa dalle misure restrittive.
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«Abbiamo attivato una chat on line - spiega il professore - che ci permette di seguirli e di rispondere alle loro domande».
La prima domanda è «se avere il Parkinson li rende più vulnerabili all'infezione - racconta Cortelli - La risposta è assolutamente no, i fattori di contagio sono indipendenti dalla malattia in sé». Subito dopo, «la domanda cruciale per il malato di Parkinson è come risolvere quello che è un problema fondamentale che è quello di non riuscire a stare fermo - sottolinea il presidente della Fondazione - L'attività fisica è cruciale. Ovvio che in questo momento è molto più importante non farla, ma il problema si può risolvere. Ci sono diversi video che indicano alcuni esercizi necessari e ottimi per tutti i giorni».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Marzo 2020, 17:21
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