Il vaccino Sputnik V anti Covid continua a guadagnare consensi e presto arriveranno almeno altri tre suoi alleati sempre "made in Russia". Il presidio russo per eccellenza è sulla buona strada per laurearsi con lode anche alla corte dell'Ema (e dunque vedersi spianata la via del ricco, quanto sofferente, mercato europeo). Eppure Mosca - aspetto alquanto sottovalutato in Occidente - di vaccino non ne ha prodotto uno solo. In tutto, infatti, sono tre - compreso lo Sputnik - quelli già registrati dal regolatore nazionale. E altri tre sono allo studio. Partiamo da quello in fase più avanzata, ovvero l'EpiVacCorona, sviluppato dal Centro di ricerca statale russo di virologia e biotecnologia Vector (un tempo epicentro del programma di sviluppo delle armi biologiche dell'Unione Sovietica).
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Lo Sputnik
Registrato nell'ottobre del 2020, il vaccino consiste in brevi frammenti di proteine virali sintetizzati artificialmente - peptidi - che fanno riconoscere e neutralizzare il virus al sistema immunitario. Fra poco - metà marzo - verrà ufficialmente utilizzato nella campagna vaccinale russa, che conta di raggiungere l'immunizzazione della popolazione «entro l'autunno».
An explanation in English of the Argentinian study published yesterday. People who had #COVID earlier show rapid immune response to #SputnikV and may require just one shot, a study in Buenos Aires found. 100% of the participants developed antibodies.
— Sputnik V (@sputnikvaccine) March 5, 2021
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Il terzo è il Covivac del centro Chiumakov dell'Accademia delle Scienze.
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Gli "spin-off"
Infine ci sono due "spin-off" dello Sputnik. Il primo è in forma di gocce nasali. «I test clinici dovrebbero iniziare ad aprile per la successiva produzione in serie», ha assicurato il ministro dell'Industria e del Commercio Denis Manturov. Ultimo, ma non ultimo, lo Sputnik Light (o Lite). In pratica si tratta dello Sputnik V, ma a singola dose (simile in questo al vaccino Johnson&Johnson). La fase 2 dei test è appena stata completata.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Marzo 2021, 19:52
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