Coronavirus, il lockdown abbatte lo smog: «Evitati 11 mila morti in Europa, 1.500 solo in Italia»

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di Lorena Loiacono
Effetto lockdown nell'aria: le chiusure da Covid-19 combattono anche lo smog con 11mila morti premature in meno in tutta Europa. E l’Italia è tra i Paesi che ne hanno beneficiato maggiormente. Ora si pensi a conservare l'effetto. Due mesi senza auto in circolazione e lo smog per gli italiani va giù a picco, con effetti notevoli sulla salute dei cittadini.

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Il lockdown infatti, avendo costretto tutti gli italiani o quasi a restare in casa e quindi a lasciare l’auto ferma, ha pulito l’aria tanto da evitare nuovi decessi. Uno studio del Crea, il Center for research on energy and clean air di Helsinki, ha calcolato infatti una riduzione di circa il 40% del biossido di azoto (NO2) nell’aria: un calo che, tradotto in termini di salute per l’organismo, equivale a quasi 1.500 decessi in meno per l’Italia, 11mila in tutta Europa.

Il livello medio d'inquinamento da biossido di azoto (NO2) è diminuito di circa il 40% nell’Ue ma in Italia il dato si alza al -43%. Lo studio mostra anche maggiori riduzioni dei livelli di particolato rispetto a quanto riportato in precedenza e attribuisce questo calo proprio alle misure di lockdown prese in Europa per combattere il nuovo coronavirus.

Il calo deriva dal fatto che la produzione di energia dal carbone e il consumo di petrolio, le due principali fonti d'inquinamento per l'aria, sono diminuiti rispettivamente del 37% e del 33%. La stima dei decessi evitati viene calcolata sugli ultimi modelli di rischio che collegano l'esposizione all'inquinamento atmosferico con i danni alla salute e, secondo il Crea, l'Italia è il terzo Paese in Europa per numero di decessi prematuri evitati: con i suoi 1490 in meno, viene dopo solo alla Germania con 2.100 e il Regno unito con 1.750.

Una buona notizia per l’Italia che purtroppo è maglia nera per morti da inquinamento: secondo l'Agenzia europea dell’ambiente, infatti, sono 400mila le morti premature provocate in Europa dall’inquinamento e l'Italia è al primo posto per vittime causate da biossido di azoto (NO2), con circa 14.600 decessi, e per ozono (3.000), e ha il secondo numero più alto per il particolato fine PM2,5 (58.600).

 

Si tratta quindi di un risultato che, ottenuto involontariamente in quanto legato ad un’emergenza gravissima, andrebbe mantenuto nei suoi effetti migliorativi: «Non sarà semplice - spiega il Professore Alessandro Bacaloni del dipartimento di chimica dell’Università La Sapienza, esperto di ambiente e salute - perché per poter utilizzare energie alternative è necessario che vengano sostenute con incentivi.
Oggi più che mai visto che in questo momento l’energia e il petrolio sono a livelli di costo molto bassi e quindi c’è da aspettarsi che se ne farà maggiormente uso. Il problema infatti, è utile dirlo, è anche economico. Per quanto riguarda il numero dei decessi prematuri dobbiamo considerare che si tratta di un lavoro statistico: sono cifre indicative ma è evidente che l’inquinamento sia connesso a patologie cardiorespiratorie croniche, patologie croniche che si aggravano. Quindi un aumento di inquinamento può provocare un aumento di mortalità così come un calo di smog porta a una diminuzione. Vedremo poi se l’effetto sui decessi sarà così veloce
».
Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Maggio 2020, 15:09
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