Tajani: «Qualche ingresso significativo in FI nei prossimi giorni». La tentazione di Pier Silvio Berlusconi

Antonio Tajani ha parlato a Agorà Estate del futuro di Forza Italia dopo la morte di Silvio Berlusconi

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di Redazione web

Il messaggio del coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, è laconico, volutamente laconico e riguarda «qualche ingresso significativo nei prossimi giorni» nel partito dopo la morte di Silvio Berlusconi. E c'è già chi vede come cosa fatta che il testimone dell'eredità politica del padre di Forza Italia. Silvio Berlusconi, passi al figlio, Pier Silvio Berlusconi. Ma di questo passaggio, sognato forse da molti nel partito, al momento non c'è traccia.

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Tajani: «In FI qualche ingresso significativo nei prossimi giorni»

«Il futuro di Fi è quello di una grande forza moderata, saremo il centro della politica italiana e abbiamo un ruolo importante da svolgere visto che il Pd si sta spostando verso sinistra. Fi sarà un punto di riferimento per i delusi anche dal centro del centrosinistra, siamo noi attrattivi. Ci sarà anche qualche ingresso significativo nei prossimi giorni». Così il vicepremier e coordinatore di Fi Antonio Tajani risponde, intervistato a Agorà Estate, sul futuro di Forza Italia dopo la morte di Silvio Berlusconi.

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Silvio Berlusconi, il testamento e l'eredità politica

I figli che saranno eredi dell'impero finanziario di Silvio Berlusconi stanno studiando insieme, con base nella villa di Arcore, tutte le ipotesi del futuro del gruppo. Sono aiutati dai consiglieri più fidati del padre, soprattutto da Fedele Confalonieri e da Gianni Letta.

Ma sanno che dovranno fare da soli: soprattutto decidere il futuro di lungo periodo del settore televisivo e dell'impegno in Forza Italia.

Appena riceveranno dal testamento le quote di Fininvest, al di là della continuità iniziale e del modo con il quale Berlusconi ha 'blindato' il controllo in famiglia, la questione di aprire o meno a un'eventuale vendita si porrà. «Mediaset non è contendibile. Pier Silvio e Marina hanno tutta l'intenzione di tenere l'azienda», ha detto nelle scorse settimane Urbano Cairo che qualcuno aveva ipotizzato fosse interessato al dossier, che a detta degli analisti vede tra i candidati possibili Vivendi. I francesi sono considerati tra coloro che potrebbero integrare le loro televisioni con quelle del Biscione, aggiungendo la Francia alla presenza di Mfe-Mediaset in Italia e Spagna, oltre alla partecipazione da azionista di maggioranza nella tedesca Prosieben.

Dopo la lunga battaglia degli anni scorsi, Vivendi è rimasta nell'azionariato del Biscione con circa il 23% delle quote, il 18,5% lasciato alla fiduciaria Simon e il 4,4% detenuto direttamente. Tutto nasce dalla scalata dopo il fallimento degli accordi del 2106, secondo i quali Mediaset e il gruppo guidato da Bolloré avrebbero dovuto progressivamente integrarsi. Perché era chiaramente francese il futuro definito da Silvio Berlusconi per le sue società televisive. Poi, per motivi mai chiariti, tutto saltò e gli uomini del Biscione pensarono apertamente che i francesi, una volta invitati a cena, volessero prendersi tutta la dispensa. Ora i rapporti sono quasi nulli, con Vivendi che ha le azioni Mfe-Mediaset a un prezzo di carico di circa 1,3 euro e che venderà, rispettando le intese, solo quando i valori di Borsa raggiungeranno questi livelli.

Per la situazione del settore televisivo europeo sarà molto difficile che questo avvenga in tempi brevi e Vivendi resta quini alla finestra sul Biscione, dovendo prima sistemare altre cose. A partire dalla vendita delle rete Tim, dalla quale potrebbero anche ottenere le risorse necessarie per fare un'offerta agli eredi Berlusconi. Oggi altri candidati a un matrimonio - sempre che Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi siano disponibili a un dialogo - non sembrano in campo. Sulla rete Tim, Mfe-Mediaset ha sempre detto apertamente che potrebbe prendere in considerazione un serio progetto di investimento.

Ovviamente il Biscione è interessato soprattutto alla partita delle frequenze, anche perché in caso di abbandono del sostegno diretto a Forza Italia, in qualche modo il gruppo si deve tutelare su quel fronte. Da tempo a Cologno monzese hanno in tasca un gettone da circa un miliardo da spendere sul mercato, più quanto potrebbe venire dalla valorizzazione della quota in Ei Towers che presto potrebbe integrarsi con Rai Way. Finora l'investimento era pensato in campo televisivo e all'estero. Ma ad Arcore in questi giorni si starebbe valutando ogni ipotesi.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Luglio 2023, 11:08
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