Stipendio deputati, Fassino in aula sventola il cedolino: «Prendiamo 4.700 euro, non è stipendio d'oro» VIDEO

Fassino è stato l'unico ad astenersi nel voto (passato all'unanimità) sul consuntivo 2022 e bilancio 2023 di Montecitorio

Stipendio deputati, Fassino in aula sventola il cedolino: «Prendiamo 4.700 euro, non è stipendio d'oro» VIDEO

di Redazione web

L'indennità di ogni deputato? Poco più di 4.700 euro al mese. A sventolare (simbolicamente) il cedolino dei parlamentari è stato Piero Fassino, deputato del Pd, prima di annunciare la sua astensione sul bilancio interno di Montecitorio: Fassino ha mostrato il cedolino del suo stipendio a tutti i deputati, «quello che ciascuno di noi riceve ogni mese». «L'indennità che ciascun deputato percepisce ogni mese dalla Camera è di 4.718 euro al mese. Si tratta certamente di una buona indennità, ma non è certamente uno stipendio d'oro», ha detto Fassino in aula, l'unico ad astenersi nel voto (passato all'unanimità) sul consuntivo 2022 e bilancio 2023 di Montecitorio

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«Un luogo comune è che i parlamentari godano di stipendi d'oro, qui ho il cedolino di luglio 2023, è uguale per tutti -ha spiegato Fassino-. Risulta che l'indennità lorda è di 10.435 euro, da cui giustamente vengono defalcati l'Irpef, l'assistenza sanitaria, la previdenza dei deputati che è di 1.000 euro, le addizionali regionali e comunali». «Fatti questi giusti prelievi, l'indenità netta dei deputati è di 4.718 euro al mese. Va bene? Sì. L'unica cosa che chiedo è che quando sento dire che i deputati godono di stipendi doro dico non è vero, perchè 4.718 euro al mese sono una buona indennità ma non sono uno stipendio d'oro».

«No alla demagogia»

Altre discussioni c'erano state sulla questione dei vitalizi, ancora protagonista Fassino: «Io non voterò a favore di questo ordine del giorno -ha detto in aula -.

Con rispetto, facendo politica da molti anni penso che la demagogia sia il pericolo più grande per la credibilità del rapporto con i cittadini. Questo Odg, come quello precedente cui ho votato contro, corrisponde a un impianto demagogico e populista che alimenta la campagna contro il Parlamento e la politica da cui non verrà nulla di buono».

Passa odg sui vitalizi, scintille in aula

L'aula della Camera ha approvato, con 240 sì, 5 no e 25 astenuti, l'Ordinde del giorno al Bilancio interno sull stop ai vitalizi presentato dal capogruppo di FdI Tommaso Foti. Un voto arrivato dopo una accesa discussione soprattutto tra i gruppi di FdI e del M5s, che aveva presentato un altro Odg dal contenuto analogo. «Si fa chiarezza dopo le consapevoli menzogne di Conte e del M5s -ha esordito Giovanni Donzelli, FdI-. Non è il governo a ripristinare i vitalizi, Conte è professore di diritto e dovrebbe saperlo, c'è stato il voto contrario di FdI e il sì di Grassi, del M5s. Oggi arriva la verità».

Immediata la replica di Francesco Silvestri, del M5s: «Donzelli attacca il Movimento su un ordine del giorno che chiede il mantenimento una cosa che ha fatto il M5s, paradossale. L'atto di Foti richiama la delibera Fico...». Lo stesso Foti ha poi chiarito: «Il primo intervento sui vitalizi è stato fatto in una legislatura in cui i presidenti di Camera e Senato erano del centrodestra. Questo è un Odg che promana da una storia, è chiaro. Conte gioca».

Anche dentro Forza Italia c'è stato chi, come Roberto Bagnasco, ha voluto chiarire la sua posizione: « Fassino ha avuto il coraggio di dire le cose come sono. Cose che ci diciamo in privato, agli amici, ma poi arriviamo in aula e cambiamo totalmente atteggiamento. Basta con la demagogia e un populismo squallido. E guardo tutti, serve il coraggio delle nostre azioni altrimenti facciamo danno al Paese. E questa è la posizione di molti amici di FI». Alessandro Colucci, di Noi moderati, ha invece parlato del «male originario della delibera 14 del 2018: non si è eliminato nessun vitalizio, che sono stati eliminati nel 2012 dal centrodestra».


Ultimo aggiornamento: Sabato 12 Agosto 2023, 14:18
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