L’assemblea lo incorona a larga maggioranza segretario del Pd (860 voti favorevoli, con soli 2 no e 4 astenuti) ma Enrico Letta sa che il difficile comincia proprio adesso.
L’APPROCCIO
Nel suo intervento, ieri 14 marzo 2021, il neo leader non è stato tenero: “Non avete bisogno di un nuovo segretario, avete bisogno di un nuovo partito” ha detto ai militanti. L’obiettivo è vincere alle prossime elezioni. “Non ho lasciato tutto per guidarvi a una sconfitta”.
GLI STRUMENTI
Il Pd dovrà essere il motore di una coalizione di centrosinistra e M5S che possa battere le destre nel 2023. Il partito che si immagina è “aperto al dialogo” anche con 5 stelle e renziani, capace di superare le correnti e di dare spazio a giovani e donne.
IL PROGRAMMA
La vera sfida agli avversari si gioca sullo ius soli: “Voglio rilanciare questo tema. Sarebbe una buona cosa se il governo Draghi normasse lo ius soli” e aggiunge “Su questo tema noi siamo alternativi a Salvini e Meloni”. Altri punti forti, il voto ai sedicenni, la partecipazione azionaria dei lavoratori nelle imprese, la riforma contro il “trasformismo” in Parlamento e una nuova legge elettorale superando il Rosatellum.
GLI OSTACOLI
Il primo problema Letta lo troverà, come accaduto ai suoi predecessori, dentro il partito.
GLI AVVERSARI
“Buon lavoro al neo segretario del Pd – scrive Giorgia Meloni - Fratelli d’Italia rimarrà una forza politica alternativa alla sinistra. Lo ius soli però non è una priorità”. “Letta parte male con lo ius soli – dice anche Salvini – Risolviamo prima i mille problemi che hanno gli italiani”. Idem Forza Italia: “Lo ius soli, in questo momento, è l’ultimo problema degli italiani» scrive Roberto Occhiuto.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Marzo 2021, 07:54
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