«Vi racconto la Storia della tivù di Stato»

«Vi racconto la Storia della tivù di Stato»
Marco Castoro
La Rai è la mamma, Mediaset è l'amante. Chi se non Maurizio Costanzo può permettersi questa citazione che calza a pennello con la carriera del decano degli anchorman della tv. E alla mamma si chiede di tornare a fare la Rai. Questo in pratica il messaggio che Costanzo e Umberto Broccoli lanciano alla più grande industria culturale del Paese con il nuovo appuntamento del sabato alle 14 su Rai 2, dal titolo Storie di un'italiana.
«La Rai sottolinea Costanzo deve avere la coscienza e la consapevolezza di essere la Rai, con la sua lunga storia alle spalle e con i magazzini pieni di materiale straordinario». Costanzo e Broccoli per questo ciclo di 8 puntate rivisitano la storia di mamma Rai proprio grazie alle teche. Filmati, spezzoni e frammenti di trasmissioni d'epoca. Ricostruzioni, ricordi e aneddoti che si uniscono in un collage che fa della narrazione il filo conduttore per raccontare la storia degli italiani. Boom economico, austerity e fine millennio. Di uno spaccato culturale contrassegnato da un comun denominatore: la voglia di futuro e di andare avanti, di cambiare. Una determinazione che torna di attualità con l'attuale momento che stiamo vivendo a causa della pandemia. «Il programma è stato pensato e realizzato mettendo su una squadra a tempo di record proprio pensando alle persone a casa», sottolinea Broccoli al quale risponde Costanzo: «Umberto dopo Guglielmo Marconi è la persona che conosce meglio la storia della tv e della radio. Io ho lavorato con suo padre.
Nella puntata di sabato alle 14 si comincia con la data di nascita della tv italiana, domenica 3 gennaio 1954. Con quel primo annuncio, di cui ci sono appena pochi frammenti, mentre quello più volte riproposto è un falso d'autore. «Ciascuna delle otto puntate avrà una parola guida spiega Broccoli sabato sarà inizio, quindi spazio al primo annuncio, rifatto nel 1964, alle curiosità sulle origini della sigla del telegiornale, a un frammento dell'Osteria della posta di Goldoni ritenuta perduta. Una tv semplice in cui c'erano gli autori che pensavano e scrivevano». «In quella tv sottolinea Costanzo - c'era già tutto, il varietà, l'avanspettacolo, cabaret, cinema e teatro. Rivedendo Gassman ho pensato a che piacere dovesse essere guardarlo in tv. Ho rivalutato anche Mike, professionista straordinario. Nella tv di oggi invece non mi piacciono le risse costruite. E pensare che quelle spontanee sono nate proprio al Costanzo Show».
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Maggio 2020, 05:01
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