SHOAH E DOLORE

Ida Di Grazia
Un lungo applauso ha accompagnato ieri il feretro di Piero Terracina, uno degli ultimi superstiti dai campi di sterminio di Auschwitz, morto all'età di 91 anni a Roma domenica. La cerimonia si è svolta nel primo pomeriggio al reparto israelitico del cimitero del Verano, ma prima il corteo è passato al Portico d'Ottavia, nel cuore del Ghetto, dove ad accoglierlo per l'ultimo saluto c'erano oltre che esponenti della comunità ebraica come la presidente UCEI Noemi Di Segni, la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello e il rabbino capo rav Riccardo Di Segni erano presenti tra gli altri la sindaca Virginia Raggi, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la vice presidente della Camera Mara Carfagna, gli ex sindaci Francesco Rutelli e Walter Veltroni, ma anche tanta gente comune.
Terracina, classe 1928, a soli dieci anni subì l'onta delle leggi razziali. Il 15 novembre del 1938, quando entrò in classe l'insegnante lo bloccò e gli disse: «Esci, che tu non puoi stare qui». «Testimone instancabile della Memoria della Shoah» come lo ha definito il Capo dello Stato Sergio Mattarella, commentando sua scomparsa, riuscì a sfuggire al rastrellamento del 16 ottobre 1943; fu però arrestato il 7 aprile 1944 e deportato insieme agli otto componenti della sua famiglia, ad Auschwitz dove gli venne tatuato A-5506 sul braccio sinistro. Fu il solo di loro a tornarne vivo.
«Con Piero Terracina ci legava una fratellanza silenziosa ha ricordato al portale Moked la senatrice a vita Liliana Segre - tra noi non servivano parole. E ora che non c'è più mi sento ancora più sola. Noi ci conoscevamo da reduci. Lui era stato nel Lager degli uomini e io in quelle delle donne ovviamente. Noi dovevamo parlare agli altri ma tra di noi non c'era bisogno di farlo». In lacrime l'amico del cuore Sami Modiano, testimone anche lui dell'orrore di Auschwitz e fraterno amico di Piero: «Io e Piero ha raccontato durante la cerimonia funebre - durante la cerimonia funebre ci siamo conosciuti nel campo di Birkenau e da allora siamo andati avanti facendoci forza a vicenda. Gli avevo promesso che sarei andato avanti nel tenere viva la Memoria e così farò finché potrò».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Dicembre 2019, 05:01
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