Mattarella da Trump, scontro su dazi e Turchia

Mattarella da Trump, scontro su dazi e Turchia
Mario Fabbroni
Il tornado Trump ammansito dalla serafica pacatezza di Mattarella. Non se le sono mandate a dire il Presidente Usa e quello italiano durante l'incontro nella Sala Ovale della Casa Bianca. Come suo solito il tycoon non perde occasione per inscenare quello che di fatto è un monologo: dai dazi alla Siria, passando per il 5G. Su ogni punto è un martellamento, relegando l'ospite quasi al ruolo di comparsa.
Ma Mattarella sembra non starci e, in maniera sempre gentile ma ferma, si riprende la parola: come a dire, «adesso tocca a me».
«Spero che l'avvio della nuova legislatura europea consenta di ritrovare la collaborazione commerciale con gli Usa. Bisogna puntare a soluzioni negoziali, perché la reciproca imposizione di dazi sarebbe controproducente», dice il Capo dello Stato italiano. «Non possiamo perdere questa guerra dei dazi per squilibrio commerciale», replica piccato Trump. E lancia un osso: «Non vogliamo essere duri con l'Italia». Ma all'osservazione che «l'Italia deve fare di più, paga solo l'1% delle spese della Nato», Mattarella replica che «il nostro è il secondo esercito più numeroso presente nel mondo per portare pace». E riattacca: «La soluzione della guerra è il ritiro della Turchia, le sanzioni non saranno la soluzione. Siamo nolto preoccupati».
A Trump allora non resta altro da fare se non dire: «Valuteremo le rimostranze italiane». Quindi la chiusura da applausi: «A molti Cristoforo Colombo non piace, a me sì».

Ultimo aggiornamento: Giovedì 17 Ottobre 2019, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA