L'evento

Paolo Travisi
La passione di raccontare è nata nei locali fumosi della Milano anni Settanta. Tra il Derby Club e le osterie, spesso con la chitarra in mano, tra voglia di successo e malinconie. Enzo Iacchetti, - cuore insieme a Ezio Greggio di Striscia la Notizia - nel suo nuovo spettacolo, Libera nos domine, ha scelto di far ridere, insinuando il dubbio, tra una canzone ed un monologo, che il presente non sia il migliore dei mondi possibili.
Libera nos domine, liberaci Signore, da cosa?
«Era una canzone di Guccini, riarrangiata per cantare un'ipotetica liberazione dai dubbi pesanti di un mondo che è andato indietro. È una specie di nausea che mi è venuta invecchiando, allora ho pensato ad uno spettacolo nella forma del teatro-canzone, che facesse ridere, suscitando riflessioni sull'attualità».
Non le piace il nostro tempo. Arrabbiato o deluso?
«Nello spettacolo chiedo a Dio di venire sulla terra, perché succedono ingiustizie senza spiegazione. Alla mia età non si è più arrabbiati, ma ho nostalgia degli amici di un tempo, Gaber, Faletti, con cui ridevo».
La lunga gavetta ha reso il successo meno effimero?
«È arrivato a quaranta anni, ho fatto la fame tra pizzerie e locali. Se lo avessi avuto a venti, disperato com'ero, avrei fatto qualche stupidaggine. Avevo già un figlio e ho imparato a non sperperare i soldi».
Costanzo, Ricci, Greggio, gli uomini più importanti della sua carriera?
«Costanzo, prima mi bocciò, poi feci 190 serate. Ricci ha scelto uno che sembrava timido e piacqui a Greggio, così nel 94 è arrivata la popolarità di Striscia, ma a teatro non veniva nessuno, volevano bau bau micio micio».
La regola per non litigare mai con Greggio?
«È di una simpatia estrema e in venticinque anni non abbiamo mai litigato. La regola? Fuori da Striscia non ci vediamo molto».
Dispiaciuto per la sua esclusione da Sanremo?
«Baglioni non ha preso una canzone sui migranti, scritta da Guccini, perché io non sono un cantante. Potrei rispondergli e tu che ci fai in tv che non sei un presentatore. È un dispetto nei confronti di un grande autore».
Quando si stancherà di Striscia che farà?
«Se un giorno dovesse finire spero di esserci anch'io. Altri quattro anni, poi non mi faccio più vedere in tv, a teatro invece ci sarò sempre».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 5 Marzo 2019, 05:01
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