L'evento

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Simona Santanocita
Il grande pubblico televisivo lo conosce come inviato e imitatore di Striscia la notizia, ma Dario Ballantini è anche pittore, scrittore e attore. Oggi debutta in Ballantini e Petrolini, omaggio ad un talento eclettico della romanità e della cultura del Novecento.
Perché Petrolini?
«Rappresenta la genesi della mia professione di imitatore, uno dei miei maestri. E di questo comico romano, nato a fine Ottocento, ho voluto far rivivere i personaggi più noti, Gigi Il Bullo, Salamini, la Sonnambula, Amleto, Nerone, Fortunello e Gastone. E lo farò in un teatro di via Giulia, una strada simbolo della romanità».
La modernità di Petrolini
«Le sue trovate, gli slogan, i tormentoni, le parodie e persino la musica trap, per esempio nella canzone intonata da Fortunello».
Si truccherà a vista sul palco in una sorta di camerino aperto. È difficile passare da un personaggio all'altro?
«Per me è naturale, l'ho sperimentato negli anni in cui facevo cabaret. Mi truccavo dal vivo e avevo tutte le parrucche sul palco».
Pittura e trasformismo
«Mio padre era pittore e mio nonno attore, credo dipenda da questo. Le due arti sono sempre confluite liberamente in me».
A Striscia imita Conte e Salvini, li ha mai incontrati?
«Si, e sono stati gentili. Per Conte mi sono ispirato a Totò e Montesano; nel personaggio del barone che, proprio come lui oggi, si ritrova catapultato in situazioni inaspettate. Con Salvini gli spunti sono infiniti e si va più sulla satira».
Il personaggio che le ha dato più soddisfazione?
«Gino Paoli. Il travestimento era così perfetto che suo figlio Giovanni, durante un Sanremo, mi scambiò per il padre. Mi disse che era rimasto male che non l'avesse avvertito della sua presenza».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Febbraio 2019, 05:01
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