IL DIARIO DI ENRICA

Dici «la lontananza» e qualcuno, in automatico, continua « sai, è come il vento». Potenza delle canzoni trasversali per tempo e generazioni. I classici. La lontananza compie 50 anni, il 6 giugno del 1970 entrò in classifica e non si schiodò per mesi, disco più venduto di quell'anno, più di Insieme di Mina che pure fece sfracelli. Parole di Enrica Bonaccorti, musica di Domenico Modugno. Ma è dalla Bonaccorti che parte quel successo. Ed è lei a raccontarlo, aprendo per i lettori di Leggo, per la prima volta, le pagine di quel suo diario dalle quali, mezzo secolo fa, nacque la canzone.
Leggenda vuole fossero i versi di una ragazza per un amore finito.
«Per una volta la leggenda è storia vera, ma l'amore non era finito, la mia famiglia doveva trasferirsi e ci avrebbe diviso il mare. Avevo 14 anni e mezzo. Cinque anni dopo, recitavo con Modugno nella commedia Mi è caduta una ragazza nel piatto. A Cuneo, una delle 102 piazze di nove mesi di tournée, il 20 gennaio 1970 nacque La lontananza».
Modugno si innamorò subito di quei versi?
«Avevo confidato a Mimmo che scrivevo. Lui aveva in mente una melodia con un testo che non lo convinceva. Una sera gli faccio leggere quelle frasi sul diario ed esplode: Questo sarà un successo!».
Fu buon profeta.
«Mimmo ci credette subito. Io no, anzi, la prima volta che sentii un ragazzo che la cantava sulla sua Vespetta mi sembrò che avesse letto il mio diario senza permesso».
La collaborazione con Modugno si rinsaldò nel '71 con Amara terra mia, amata anche da molti giovani interpreti d'oggi.
«Parte da un canto del '600 e parla del distacco dalla propria terra, ma sempre di lontananza si tratta. Credo che quelle parole siano arrivate così profondamente fino a oggi perché dentro c'è verità, quella degli emigranti e quella del mio primissimo amore, e poi perché sono passate attraverso Modugno. Se la vita è l'arte dell'incontro, quello con Mimmo è stato un capolavoro: artista a 360 gradi, fonte di energia perenne».
Attrice di teatro e cinema, scrittrice, conduttrice radio e tv. Cosa ha amato di più?
«Quello che so far meglio è scrivere. Già a 13 anni i primi soldi dai temi per borse di studio, a 20 con le prime canzoni, a 24 con una sceneggiatura, poi i testi dei programmi radio e tv, tre romanzi: scrivere è un'esigenza, tuttora scrivo tutte le notti».
In tv le dobbiamo il Magalli conduttore dopo il chiacchieratissimo annuncio della sua gravidanza in diretta.
«Ormai in tv si dice di tutto, ma allora, novembre 1986, fu uno scandalo annunciare la mia gravidanza. Vivevo con otto paparazzi alle calcagna, non mi andava che la notizia arrivasse dal gossip. Lo confidai ai telespettatori come un'amica ma la stampa si scatenò: Uso privato del servizio pubblico!. Neanche un'ora dopo l'annuncio, in camerino, ebbi un'emorragia. Intorno al letto, in clinica, si fece una riunione con Boncompagni e Magalli (allora tra gli autori) per la mia sostituzione e decidemmo per Magalli. Dopo venti giorni persi il bambino. Come dico sempre, per stemperare un ricordo doloroso, ho perso un bambino ed è nato Magalli. Unico caso in cui il figlio è più vecchio della madre».
Rimpiange più Italia sera o Non è la Rai?. Oppure la sua amatissima radio?
«Vado orgogliosa di Italia Sera, spartiacque per la tv italiana, in cui mi affiancava quel grande giornalista che era Mino Damato. È la madre di tutti i rotocalchi pomeridiani e mattutini che ora affollano i palinsesti. Ma quanto mi manca la radio! Dal 3131 a Tornando a casa che ho condotto ogni giorno per sei anni».
Qualcosa di nuovo?
«Ben più di qualcosa, le idee non mancano, ma se qualcuno non le realizza...».
Gioco di specchi: Enrica, donna matura di oggi, ed Enrica, la diciannovenne del famoso diario, si guardano.
«L'Enrica di allora mi fa tenerezza per la fiducia che aveva nel mondo e rabbia per l'autostima minima. Se vedesse quella di oggi si stupirebbe. Ma, alla fine, le due non sono poi così diverse, a distanza di mezzo secolo. A volte ho l'impressione di invecchiare senza crescere».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Maggio 2020, 05:01
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