GIOCHI PROIBITI

Alessandra Severini
Torino esclusa, ma restano in corsa Milano e Cortina. Il verdetto sulla candidatura di tre città Cortina, Milano e Torino - alle Olimpiadi Invernali del 2026 è stato emesso dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, che eppure si era speso per trovare una soluzione. A pesare sono state soprattutto le riserve espresse dalla giunta torinese, guidata dalla pentastellata Chiara Appendino. In pista però rimane l'ipotesi di un tandem Milano-Cortina, quella che oggi probabilmente il Coni presenterà al Cio. Il presidente Giovanni Malagò, dopo aver incontrato Giorgetti a Palazzo Chigi, ha lasciato accesa la «fiamma della speranza».
Oggi una delegazione del Coni, guidata da Diana Bianchedi sarà a Losanna, insieme al vice sindaco di Cortina Luigi Alverà e all'assessore allo sport di Milano Roberta Guaineri per sostenere la candidatura delle due città. Resta però il nodo dei finanziamenti stimati in 380 milioni di euro. Giorgetti è stato chiaro: «Se Lombardia e Veneto vogliono andare insieme, se ne faranno carico loro anche in termini di oneri. In caso di candidatura tridente il governo avrebbe messo le garanzie, in questo caso non ci saranno ma dovranno fornirle loro». I due governatori leghisti, Attilio Fontana e Luca Zaia, appoggiati anche dal sindaco di Milano Beppe Sala, accettano la sfida: «Arrivati a questo punto è impensabile gettare tutto alle ortiche. La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme». L'ipotesi trova il sostegno anche di Matteo Salvini: «Se i fondi li trovano loro, e se la spesa è limitata, perché no a Olimpiadi organizzate da Veneto e Lombardia?». Un po' meno convinto è l'altro vicepremier Luigi Di Maio che però evita di attaccare l'alleato di governo e se la prende col Coni. «Nel tentativo di non scontentare nessuno, non ha avuto il coraggio di prendere una decisione chiara sin dall'inizio, creando una situazione insostenibile in cui come al solito si sarebbero sprecati soldi dello Stato». Le crepe fra Carroccio e M5s però ci sono. Il Movimento 5 Stelle torinese sospetta l'esistenza di un patto Lega-Pd per far fuori Torino, mentre il governatore piemontese, Sergio Chiamparino accusa i pentastellati di «non aver saputo fermare una manovra per tagliare fuori il Piemonte e difendere gli interessi di una città la cui sindaca è una esponente di primo piano del M5s».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Settembre 2018, 05:01
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