Domenico Zurlo
Si è concluso dopo 108 giorni l'incubo dei 18 pescatori sequestrati

Domenico Zurlo
Si è concluso dopo 108 giorni l'incubo dei 18 pescatori sequestrati in Libia. Era il 1° settembre quando le navi Medinea e Antartide, di Mazara del Vallo, erano state fermate dalle milizie del generale Haftar: a bordo c'erano otto italiani, due tunisini, due senegalesi e due indonesiani. Nella mattinata di ieri la buona notizia, dopo il viaggio a sorpresa del premier Conte e del ministro degli Esteri Di Maio a Bengasi: di nuovo liberi, i 18 marittimi non sono però tornati in Italia in aereo ma hanno salpato l'ancora in serata a bordo dei due pescherecci.
Mazara ha fatto festa. «Siamo felici, stavano perdendo le speranze» le parole di Rosetta Ingargiola, mamma di Pietro Marrone, comandante della Medinea.
La vicenda, su cui indaga la Procura di Roma, si era fatta subito complicata: le milizie di Haftar accusavano gli equipaggi dei due pescherecci di aver pescato in acque territoriali di pertinenza libica, e addirittura di traffico di droga. Nel corso delle trattative Bengasi aveva avanzato la richiesta di uno scambio di prigionieri', con l'estradizione di quattro libici condannati in Italia come scafisti dopo la morte di 49 migranti nel 2015. Il caso era finito anche a Bruxelles. Ieri l'epilogo, oggi il ritorno a casa, via mare.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Dicembre 2020, 05:01
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