Salvatore Garzillo
Quasi 100mila euro in contanti, 40 chili di marijuana, un

Salvatore Garzillo
Quasi 100mila euro in contanti, 40 chili di marijuana, un latitante albanese che doveva scontare oltre 10 anni per traffico internazionale di droga, un ultrà dell'Inter, telefoni criptati dotati di uno speciale sistema che consente di cancellare da remoto tutto il contenuto. Nel blitz degli agenti del commissariato di Lambrate ci sono elementi interessanti per altre 4 indagini. Andiamo con ordine, partiamo dal proprietario del box a Segrate dove nei giorni scorsi sono state arrestate cinque persone per detenzione ai fini di spaccio.
Quell'uomo è Mauro Zucchi, 49enne del posto, con precedenti per lesioni e maltrattamenti in famiglia, che prima dell'ultima cattura era ai domiciliari con un particolare regime che gli consentiva di andare a lavoro nel suo centro scommesse. «Zucchi è un ultrà dell'Inter e questo non è un elemento da poco perché la settimana scorsa abbiamo arrestato un altro esponente della tifoseria nerazzurra sempre per spaccio», ha spiegato il dirigente del commissariato Lambrate, Nunzio Trabace, riferendosi alla cattura del 35enne Claudio Apostoli, altro ultrà (ma i due non sono in contatto), preso pochi giorni prima con circa 50 chili tra hashish e marijuana nascosti in una casa-deposito a Bonate Sopra (Bergamo).
Stavolta, invece, la tana era alle porte di Milano. Quando gli agenti hanno fatto irruzione, nel box era in corso una compravendita. Oltre a Zucchi c'era il 30enne Pierluigi Reynaldo Sanchez Roldan e l'albanese di 51 anni Ilir Durbaku, latitante dal primo dicembre 2015, ovvero da quando è diventata definitiva la condanna a 10 anni e 8 mesi per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga. Una vicenda del 2001-2002. Se il suo ruolo è ancora da chiarire, Roldan sembra fosse l'acquirente: con sé aveva uno zaino contenente 68mila euro e nella sua abitazione di Calcinate aveva un pacco di marijuana sottovuoto da un chilo e 120 grammi identico a quelli trovati nel box dell'ultras. In strada, a fare da palo, c'era il 30enne Alan Imeli, ufficialmente carpentiere disoccupato. Era l'unico del gruppo senza il cellulare criptato. Appena gli investigatori hanno provato a sbloccarli è comparsa una scritta sui display: «Questo cellulare è gestito dall'organizzazione». Qualcuno a distanza, chissà dove, ha cancellato tutto con un clic.
riproduzione riservata ®

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 4 Marzo 2020, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA