Malata di Alzheimer, l'ottantacinquenne Marjorie non è più la donna affascinante

Malata di Alzheimer, l'ottantacinquenne Marjorie non è più la donna affascinante e volitiva di un tempo, quando girava il mondo come violinista forse dimenticando la famiglia. Ha un rapporto difficile con la figlia Tess, soprattutto è costretta dalla malattia a una monotona quotidianità. Per fortuna c'è Prime, ologramma del marito morto dieci anni prima, appositamente programmato per tenerle compagnia e darle sollievo dalla solitudine. Una proiezione virtuale ma terribilmente simile all'originale, anzi meglio.
Debutta stasera (e fino al 17 novembre) al Franco Parenti Marjorie Prime, commedia dell'americano Jordan Harrison sulle conseguenze, etiche, affettive e sentimentali, dell'intelligenza artificiale. Memoria, sentimenti, pezzi di vita: macchine sempre più perfette rendono sempre più difficile stabilire che cosa sia umano. La regia è di Raphael Tobia Vogel, in scena ci sono Ivana Monti, Pietro Micci, Francesco Sferrazza Papa ed Elena Lietti. (O.Bat.)

Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Ottobre 2019, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA