Ferruccio Gattuso
Risale al Trecento, fu proibito due secoli dopo, oggi è

Ferruccio Gattuso
Risale al Trecento, fu proibito due secoli dopo, oggi è un classico di bellezza e arguzia. Il Decameron di Giovanni Boccaccio è un capolavoro, ma nei veloci e distratti tempi attuali già il termine (capolavoro) ha troppe sillabe per essere letto. Un'iperbole che però spiega perché Tullio Solenghi porti la sua voce e il suo mestiere attoriale al servizio di Boccaccio, questa sera al Teatro Carcano.
C'è ancora tempo e voglia di Boccaccio, un maestro di fantasia e linguaggio?
«Ne sono convinto. Ed è il motivo per cui mi sono cimentato con la lettura di sei novelle tratte dal Decameron: ho scelto le più dialogate e le più ricche di personaggi. Cerchiamo di togliere le ragnatele scolastiche a un testo bellissimo: spesso a scuola ci fanno odiare i capolavori».
Per un ex del Trio Solenghi Marchesini Lopez, cambiare personaggi e voci è un gioco da ragazzi.
«Effettivamente, la scuola alla base c'è. Anche se qui non c'è alcuna parodia, come facevamo noi. Qui la letteratura viene rispettata alla lettera».
Le favole del Decameron vengono raccontate in tempo di peste: qual è la peste oggi?
«Può essere la velocità, così come il disconoscere le nostre origini, perdendo il senso di ciò che è classico».
Anche in tv accade lo stesso, non pensa?
«Se si considera che d'estate il programma Rai Techetecheté fa il record di ascolti, significa che c'è ancora voglia di comicità di sostanza, di situazione e non solo di battuta».
Tornare a Milano cosa significa per lei?
«Milano fu la città che lanciò il Trio, negli studi Rai in Fiera. Ecco perché le volte che passo per corso Sempione ho sempre un tuffo al cuore».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Aprile 2019, 05:01
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