Con Berrettini e Sinner Italia potenza mondiale

Con Berrettini e Sinner Italia potenza mondiale
Piergiorgio Bruni Daniele Petroselli
Neanche ai tempi di Panatta-Barazzutti negli anni 70 c'era stato un dualismo di alto livello come questo che sta nascendo oggi tra Matteo Berrettini e Jannik Sinner. Il tennis italiano vive la sua nuova età dell'oro. Sabato a Barcellona Sinner semifinalista e oggi n.18 del mondo, domenica a Belgrado Berrettini vincitore e oggi n.10 del mondo. E siamo solo all'inizio.
«Che bello rivedere un Matteo Berrettini vincente a Belgrado - annuncia entusiasta l'ex capitano di Coppa Davis e top ten mondiale da giocatore, Corrado Barazzutti -; ha vinto una finale con uno dei giocatori più in forma al mondo come Karatsev. Ora è il nostro giocatore più forte. È giovane, estremamente equilibrato, molto maturo per la sua età, ha la consapevolezza di poter migliorare. Mi aspetto ancora tanto da lui». Così come da Jannik Sinner, che in questo inizio di 2021 ha già sfiorato più volte la vittoria in tornei mondiali: «Gli serve solo tempo, perché è già un giocatore da top 10 aggiunge Barazzutti -. Ha tutte le carte in regola per diventare molto più forte di oggi, non ha limiti». E chissà che gli Internazionali di Roma non siano l'appuntamento della consacrazione: «Perché no: sarebbe bello vedere una finale tra Sinner e Berrettini».
Sulla stessa lunghezza d'onda un altro grande ex, Paolo Bertolucci, già n.12 del mondo, capitano di Davis e oggi commentatore di Sky Sport. «Berrettini ha 25 anni, ma è nel circuito da relativamente poco. Non ha una grande esperienza pregressa, anche per colpa della pandemia, ha grossi margini, gioca un tennis parecchio propositivo e può contare su un fisico imponente (è alto 1 metro e 96, ndr)». E Sinner? «Ha le basi per poter essere protagonista del tennis mondiale dei prossimi 8/10 anni. Tennisticamente c'è, gestisce con freddezza le fasi della sfida e ha un'ottima tenuta nervosa. A 19 anni ha la testa di un 25enne e pensa come i grandissimi campioni. Facciamogli fare un altro paio d'anni di università, poi gli daremo sicuramente la laurea».
Con queste premesse, ci potremo divertire agli Internazionali di Roma. «Abbiamo 3 o 4 giocatori che potranno dire la loro. Come sempre, però, dipenderà dal tabellone: se avranno un briciolo di fortuna e qualche big vivrà una brutta giornata, raggiungere una semifinale non credo sarà fantascienza. Poi, quando stai lì, te la giochi». Dopo quasi 40 anni dai Moschettieri azzurri che vinsero la Davis e dominarono il mondo, il tennis italiano è finalmente tornato a dettare legge.

Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Aprile 2021, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA