Alessandro, la malattia degenerativa agli occhi e il sogno realizzato di posare per la moda: «Paralizzato dall’ansia, poi mi sono lasciato andare ed è stato facile»

Il giovane napoletano è stato fotomodello per il brand Antony Morato. E adesso andrà nelle scuole: «Voglio aiutare i ragazzi come me ad avere fiducia»

Alessandro, la malattia degenerativa agli occhi e il sogno realizzato di posare per la moda: «Paralizzato dall’ansia, poi mi sono lasciato andare ed è stato facile»

di Sabrina Quartieri

«Un sogno che si è avverato. Ero bloccato, paralizzato dall’ansia. Poi mi sono lasciato andare ed è stato tutto più facile». Alessandro Coppola, 20enne napoletano affetto da una rara malattia degenerativa agli occhi, la Sindrome di Usher Tipo 2, racconta così la sua esperienza come fotomodello. Una preghiera esaudita a maggio scorso, quando il giovane appassionato di moda e con un diploma di Liceo scientifico conseguito a pieni voti, ha posato in uno studio per un brand del calibro di Antony Morato

La malattia

Un traguardo vissuto come una medicina capace di alleviargli il peso di un futuro crudele quasi certo: perdere del tutto la vista e dover rinunciare, di conseguenza, a questa sua grande passione che coltiva con ardore, per ricavarsi attimi di felicità, a dispetto di un destino che lo ha reso ipovedente da tempo. Quel durissimo colpo del referto, e il buio subito dopo, non hanno però messo Alessandro con le spalle al muro. Proprio allora, il giovane decide di fare il possibile per realizzare il suo più grande desiderio: sfondare nella moda, posando per delle campagne pubblicitarie. Mandare email ai brand per proporsi come volto, cercando di agganciarli prima che sia troppo tardi, diventa la sua nuova ragione di vita, la speranza che coltiva per andare avanti. Complice la testata Leggo, che ha voluto raccontarne la storia, arriva per Ale la prima occasione per vedere meno distante il suo obiettivo: a gennaio scorso, il noto fotografo di Padova Alberto Buzzanca lo riceve in studio, gli fa degli scatti con degli outfit firmati Pittarello e gli regala un book professionale.

 

L'offerta del brand Antony Morato

Passano pochi mesi e il giovane riceve la notizia che aspetta più di ogni altra cosa al mondo: l’invito a posare, indossandone i capi, da parte del brand di moda Antony Morato, fondato nel 2007 da Lello Caldarelli, tuttora direttore creativo e presidente dell’azienda campana che, quella storia su Leggo, l’aveva letta. È il sogno di Ale che si realizza: «Quando l’ho saputo, è stata un’emozione fortissima, non riuscivo a crederci. Ho chiamato subito mia madre, mio padre e mia sorella; erano tutti contentissimi per me. Non dimenticherò mai quel pomeriggio in studio – racconta Ale – Con me c’era mamma. Mi sono sentito fin da subito in un ambiente familiare, ho trovato ad attendermi tutte persone solari, accoglienti. Come Martina e i ragazzi dei social. Eppure l’ansia, all’idea di dover posare per un brand così importante, continuava ad aumentare. Quando il proprietario Lello mi ha chiesto se fossi pronto, dopo una foto insieme e i primi scatti in studio per sciogliermi, avevo ancora le gambe bloccate», ricorda il giovane. «Poi mi sono fermato, ho pensato a cosa finalmente stesse accadendo e mi sono sentito al settimo cielo.

Ero del tutto a mio agio a quel punto», continua Ale. Tra cambi di look, dal total black con giubbino di pelle al mood più street in felpa fucsia, piccoli break per un sorso d’acqua prima di tornare a scattare, le pose e le foto, il tempo dello shooting è volato: «Ero felice e triste insieme, quando l’esperienza stava terminando, ma Lello mi ha promesso che quella non sarebbe stata l’unica volta», aggiunge lo stesso.

Alessandro Coppola con un altro fotomodello allo shooting di Antony Morato

Intanto, la determinazione del giovane napoletano lo ha condotto in Belgio, grazie a un progetto Erasmus di tre mesi vinto e che si è da poco concluso: «Sono rientrato a casa con l’impegno del titolare Abdallah della sartoria “My tailor”, dove ho fatto il tirocinante, di un contratto di apprendistato. Così potrò finalmente imparare a prendere le misure, tagliare e cucire, dopo questa mia prima esperienza nel marketing dell’azienda, che è stata comunque molto interessante. Ma tutto questo non avverrà prima della prossima estate», spiega Ale, in attesa della pubblicazione del suo libro autobiografico (in uscita con la napoletana Graus edizioni), prevista entro fine ottobre. Momento in cui il ragazzo e autore darà il via a una nuova entusiasmante avventura: andare nelle scuole medie e superiori, e negli atenei, per portare una testimonianza che infonda speranza attraverso la sua storia personale, fatta di battaglie, ma anche di traguardi.

«Come il recente servizio di moda – racconta il ragazzo di Napoli – e il mio romanzo in uscita. Pagine di una vita spesa sulle montagne russe, sia per velocità, perché non mi fermo mai, che per l’alternanza di momenti up, tra foto in studio ed esperienze formative all’estero, e down, con le cure, le visite, le delusioni e la stanchezza. Vorrei provare a infondere nei miei coetanei, forse un po’ scoraggiati e persi, sentimenti come la fiducia in se stessi e la voglia di farcela. Sono anche i recenti tristi fatti degli abusi verso le adolescenti di Caivano ad avermi spinto ad agire, ad aprire un dialogo con gli studenti e a trovare il coraggio di metterci la faccia con la mia storia».

Una decisione presa definitivemente quando Ale ha ricevuto una chiamata inaspettata e speciale da una mamma di due adolescenti: «Ho la tua stessa malattia, ma non ho mai avuto la forza di parlarne con tutti. Ammiro che ci stia provando tu, nonostante la tua giovane età», si è sentito sussurrare il ragazzo al telefono, alla vigilia di un anno ricco di emozioni, tutto da vivere senza mai perdere di vista la moda.

 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Ottobre 2023, 17:45
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