Sanità, istruzione, trasporti:
primo via libera all’autonomia

Ok del Senato il ddl Calderoli: poteri alle Regioni in 23 materie. Opposizioni all’attacco

Sanità, istruzione, trasporti: primo via libera all’autonomia

di Alessandra Severini

Il Senato dice sì al disegno di legge di iniziativa governativa sull'autonomia differenziata mentre in aula e fuori scoppiano le polemiche. Fortemente voluto dalla Lega, il provvedimento è stato approvato con 110 voti favorevoli, 64 contrari e 3 astenuti e dovrà ora passare all’esame della Camera. L’obiettivo del governo è vararlo prima delle elezioni europee del 9 giugno. «Un risultato storico» lo ha definito il leghista Calderoli, il “papà” del ddl, mentre nell'emiciclo scoppiava la bagarre. I senatori del Carroccio hanno issato la bandiera verde col Leone di San Marco mentre gli esponenti dem hanno intonato l'Inno di Mameli. Al coro si sono aggiunti i senatori di Fratelli d'Italia.

Il ddl è in realtà una legge tecnica, che definisce le procedure per attuare la riforma del Titolo V della Costituzione approvata nel 2001. Il testo prevede per esempio che le richieste di Autonomia, partano su iniziativa delle stesse Regioni, sentiti gli Enti locali; indica le 23 materie sulle quali le Regioni possono chiedere condizioni particolari di autonomia. Fra queste c'è la tutela della Salute e poi, tra le altre, l'Istruzione, l'Energia, i Trasporti, la Cultura e il Commercio Estero. Anche nelle materie in cui viene concessa maggiore autonomia, verranno fissati i criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull'intero territorio nazionale: sono i Lep, livelli essenziali di prestazione.

Il governo entro 24 mesi dall'entrata in vigore del ddl dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep senza i quali non potrà essere concessa l'Autonomia.

Matteo Salvini, che ha ricordato Roberto Maroni, uno dei primi sostenitori della riforma, sostiene che il ddl sia «un passo importante verso un Paese più moderno ed efficiente». Le opposizioni hanno un parere completamente opposto, accusano la maggioranza di spaccare l’Italia, di accrescere le disuguaglianze e il divario fra Nord e Sud del paese e di mettere a rischio i servizi essenziali. Severe le parole pronunciate dalla segretaria Pd Elly Schlein: «Meloni avvera il sogno secessionista della Lega. Ha ceduto a questo orrendo baratto per fini politici, per la riforma del premierato che cancella la Repubblica parlamentare, mettendo a repentaglio l'unità nazionale». Difficilmente comunque potranno fermare la riforma in aula, per questo non escludono la strada del referendum abrogativo.

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Gennaio 2024, 06:00
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