Mafia Capitale, la sentenza della Cassazione ribalta tutto: «Non fu Mafia». Virginia Raggi: «Confermato sodalizio criminale»

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No fu Mafia. E' questo il verdetto emesso dalla IV sezione penale della Cassazione in merito al processo "Mondo di Mezzo. La Cassazione ha dichiarato esclusa l'associazione mafiosa nel processo «mondo di mezzo», ribattezzato Mafia capitale, annullando la sentenza di appello senza rinvio. La sentenza di secondo grado infatti aveva invece riconosciuto l'articolo 416 bis. Cadono anche molte delle accuse contestate a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Per gli ermellini le associazioni di Buzzi e Carminati sarebbero due associazioni distinte. Il verdetto dei giudici della Suprema Corte è arrivato alle 20 dopo tre giorni di udienze fiume con la requisitoria dei tre sostituti procuratori generali Luigi Birritteri, Luigi Orsi e Mariella De Masellis, terminata con la richiesta di conferma delle condanne dell'Appello, e le arringhe dei difensori.

Con la sentenza della Cassazione diventano definitive le condanne per 8 dei 32 imputati del processo mafia capitale. Si tratta di Mirko Coratti (4 anni e 6 mesi), Giordano Tredicine (2 anni e 6 mesi), Franco Figurelli (4 anni), Marco Placidi (5 anni), Andrea Tassone (5 anni), Guido Magrini (3 anni), Mario Schina (4 anni) e Claudio Turella (6 anni).

Per gli altri 24 imputati, tra i quali Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Luca Gramazio, le pene andranno ridefinite in un nuovo processo d'Appello.

«Era una storia giuridicamente un pò forzata: per annullare senza rinvio vuol dire che la Cassazione l'ha ritenuta giuridicamente insostenibile». Così il legale di Massimo Carminati, Cesare Placanica, commentando la sentenza della Cassazione che ha annullato senza rinvio il 416bis per Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. La Cassazione ha distinto le associazioni in due senza ritenere di stampo mafioso.

«A Roma c'è una cultura mafiosa che è una cosa ben diversa, è familismo e controllo del territorio. Quello che è successo anche nel Consiglio superiore della magistratura, familismo e controllo, in quel caso delle cariche». Così l'avvocato Giosuè Naso, legale di Massimo Carminati nei primi due gradi di giudizio e avvocato di Riccardo Brugia in Cassazione.

Virginia Raggi, lasciando il palazzaccio di Giustizia a Piazza Cavour a Roma ha commentato così la sentenza: «Questa sentenza conferma comunque il sodalizio criminale. È stata scritta una pagina molto buia della storia di questa città. Lavoriamo insieme ai romani per risorgere dalle macerie che ci hanno lasciato, seguendo un percorso di legalità e diritti. Una cosa voglio dire ai cittadini onesti: andiamo avanti a testa alta»


LE REAZIONI

La prima reazione arriva da Matteo Salvini, direttamente dagli studi di Porta a Porta: «Se non era mafia allora cosa era? Una associazione di volontariato?»  Questa la reazione dell'ex ministro dell'Interno dopo la sentenza della Cassazione su mafia capitale.

Altrettanto scettico il giudizio di Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia «La Corte di Cassazione smentisce l'impianto della sentenza della Corte d'appello di Roma: Buzzi e Carminati nella capitale non avevano costituito un sodalizio di stampo mafioso che, mediante l'intimidazione solo paventata e la leva della corruzione, aveva in pugno tanti uffici dell'amministrazione comunale capitolina, ottenendo appalti ed affidamenti in maniera del tutto illecita. A Roma non c'era mafia. Secondo la Cassazione. Le sentenze si rispettano. Ma le perplessità, i dubbi, le ambiguità permangono tutte»

Sulla sentenza della Cassazione è intervenuto anche Alfonso Sabella, ex assessore alla Legalità nella giunta di Ignazio Marino «Non sono stupito da questa sentenza. Ci poteva stare, è una questione assolutamente nuova alla Cassazione. Sono interessatissimo alle motivazioni per capire il ragionamento tecnico-giuridico». 

«Mi pare almeno di capire che la Cassazione ha confermato che, per un periodo, la macchina amministrativa è stata ostaggio di criminali che avevano piegato l'interesse pubblico agli interessi privati, alterando le regole della buona amministrazione con la complicità di una burocrazia romana che nei migliori dei casi era incapace, in altri casi ancora corrotta». Secondo Sabella la «Cassazione ha confermato che la mia città è stata ostaggio dei criminali per tanto tempo».

L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, non nasconde una certa soddisfazione, arrivando ad attaccare la Sindaca Raggi: «Credo che Roma abbia pagato tanto queste accuse insultanti, la Cassazione ha detto una parola definitiva. C'è stato sciacallaggio politico e la presenza della Raggi lo ha dimostrato ancora una volta».


La sindaca di Roma Virginia Raggi era arrivata in Cassazione per assistere alla lettura della sentenza della VI sezione penale sul processo mafia capitale. Insieme con la prima cittadina anche il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra.

Nel pomeriggio la Sindaca di Roma aveva espresso il proprio parere su twitter, «Oggi è una giornata storica per Roma. Siamo in Cassazione per attendere la sentenza su Mafia Capitale. Oggi si chiude una vicenda che ha ferito la città. Noi siamo qui, #ATestaAlta, per tutti i cittadini onesti che insieme a noi combattono per la legalità e contro il malaffare». 
 

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Ottobre 2019, 10:00
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