«Liberare il carcere», l'evento a Roma: una giornata dedicata alle condizioni dei detenuti

«Liberare il carcere», l'evento a Roma: una giornata dedicata alle condizioni dei detenuti

di Redazione web

Una giornata dedicata alla situazione delle carceri nel nostro paese di fronte ad una situazione che peggiora di giorno in giorno: strutture fatiscenti, sovraffollamento, pochissimi educatori, assistenti sociali e psicologi, condizioni disumane dei più fragili, pochi esempi virtuosi di progetti di reinserimento sociale e lavorativo.

‘Liberare il carcere. Per affermare dignità e diritti per le persone che vivono e lavorano negli istituti di pena’, questo l’evento organizzato da Arci nazionale, in collaborazione con Arci Pietralata e Arci Roma, che si è tenuto presso il circolo Arci Pietralata, già casa del popolo di uno dei quartieri simbolo delle lotte di riscatto delle borgate romane e oggi uno dei pochi centri di aggregazione e attivazione civica del territorio.

“Siamo alla vigilia della più grande mobilitazione sociale degli ultimi quindici anni – ha ricordato Walter Massa, presidente nazionale Arci - e questa giornata dedicata al tema carcere e alla privazione della libertà è un segnale per dimostrare di avere la capacità di costruire politiche e rafforzare competenze. Dobbiamo tornare a fare cultura e rendere agibile questo tema nella vita di tutti i giorni, anche in carcere. Come Arci abbiamo una rete sul territorio che lavora in tantissimi istituti di pena in tutta Italia e questa iniziativa vuole non fare sentire solo chi lavora in carcere e per rendere ancora più strutturata una rete straordinaria”.

La condizione delle persone detenute è spesso drammatica. Il sovraffollamento è il risultato di leggi che privilegiano la carcerazione preventiva per nascondere il malfunzionamento della giustizia e dell’amministrazione pubblica o che puniscono reati minori senza prevedere pene alternative alla detenzione. Per non parlare della condizione delle persone straniere detenute e lo scandalo dei CPR (Centri di permanenza per i rimpatri), luoghi terribili di detenzione camuffata.

“E’ una stagione molto difficile per le carceri italiane e per il sistema giustizia – ha sottolineato Stefano Anastasia, Garante dei diritti dei detenuti della Regione Lazio - per via di una crisi che viene da lontano.

Non è neanche della destra, ha una storia almeno trentennale alle spalle, anni che hanno visto abbattersi l’ideologia neoliberale, che significa individualismo e non scontare a chi fa errori. Se ciò che distingue chi ha diritti e chi no è chi si comporta bene o male, allora chi è nelle carceri rimane senza diritti. Siamo arrivati a questa enormità che conosciamo, di un sistema punitivo di controllo penale che fino ad alcuni anni fa interessava 40 mila persone ed oggi quasi 160 mila. La parola clemenza è diventata impronunciabile, con il risultato che le persone entrano in carcere anche per scontare due mesi di pena. Su questa condizione precipita la destra al governo con la sua idea del carcere e delle pene”.

Ma nessuno vuole vedere, nessuno vuole sapere. E’ come se il carcere fosse una discarica della società, dove non c’è nessuna speranza per persone che hanno rotto il patto sociale attraverso la commissione di un reato, molto spesso strumentale ad una condizione di vita, di fare un percorso di riflessione ed elaborazione dei propri errori per costruirsi un nuovo futuro.

“Tutto ciò che riguarda il carcere - ha ricordato Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - a partire dagli abbassamenti di garanzie, non va letto come una questione carceraria, ma come una questione che attiene ai diritti dell’essere umano. Stiamo vivendo un cambio di politica ma anche un cambio di retorica. Serve invece ripensare a una dignità di funzione, ma non si può fare individualmente. C’è bisogno che diventi tema di una massa critica. L’articolo 27 della Costituzione non si rivolge solamente ai giudici, ma a tutti: al poliziotto, al direttore, al volontario, ai media. Siamo tutti attori dell’articolo 27”.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Ottobre 2023, 21:45
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