L'assessora Lucarelli: «Violenza sulle donne, apriremo altri due centri d'accoglienza. Stanziati 8 milioni di euro»

L'assessora Lucarelli: «Violenza sulle donne, apriremo altri due centri d'accoglienza. Stanziati 8 milioni di euro»

di Emiliano Pretto
La morte di Anna Elisa Fontana, la donna aggredita a Pantelleria e deceduta ieri a seguito delle gravissime ustioni causate dal compagno, riporta all’attenzione il tema dei femminicidi. Leggo ne ha parlato con l’assessora capitolina alle Pari Opportunità e Sicurezza, Monica Lucarelli, per capire cosa sta organizzando il Comune di Roma per fronteggiare il problema delle violenze sulle donne.
Quali sono le misure che può mettere in campo un Comune per contrastare femminicidi e violenze? 
«A Roma abbiamo deciso di usare i fondi Por a sostegno dell’empowerment femminile e per il rafforzamentro della rete antiviolenza. Da un lato abbiamo bisogno di finanziare i servizi per la prevenzione e dall’altro le azioni di presa in carico in caso di emergenza. Abbiamo così destinato 6 milioni di euro sull’ampliamento della rete anti violenza e 2 sull’empowerment femminile». 
Quali sono i progetti concreti che saranno realizzati con queste risorse?
«Per prima cosa andremo ad ampliare la rete che Roma ha già, ma che non è sufficiente. Firmeremo un accordo con alcuni alberghi per avere una primissima accoglienza in caso di emergenza. Questa è una cosa molto importante perché in questo modo quando una donna scapperà non dovrà passare la notte presso una stazione di polizia. Poi realizzeremo due nuovi centri antiviolenza, due centri rifugio e una casa di semi autonomia. E lì avverrà la presa in carico vera. Abbiamo anche previsto una nuova piattaforma per la gestione dei posti letto. Infine sul fronte della prevenzione, ovvero dell’ empowerment, che vuol dire consapevolezza di se stesse e capacità di autodeterminarsi, lavoriamo a progetti di formazione e avviamento al lavoro con l’obiettivo dell’indipendenza economica delle donne». 
Cosa ne pensa della cosiddetta castrazione chimica rilanciata recentemente dall Lega?
«È una proposta surreale che viene lanciata da chi questo tema non lo conosce minimamente. Non serve inasprire le pene, il problema è soprattuto educativo. I mostri non si fermano perché la pena è più severa. C’è invece da cambiare un modello patriarcale assurdo, secondo cui la donna è ancora un oggetto da possedere che quando esprime un pensiero di libertà viene minacciata, malmenata o addirittura uccisa. La risposta deve venire dell’azione trasversale delle diverse Istituzioni». 
Si può partire dalla prevenzione già nelle scuole?
«Certo. Su questo stiamo lavorando con la mia collega Pratelli. Abbiamo rifinanziato il progetto “A scuola di parità” e soprattutto una serie di progetti proposti dalle scuole: dagli sportelli di ascolto nei licei ai percorsi di formazione in collaborazione con le associazioni. Partiranno infine corsi di educazione affettiva con altri fondi del Pon».
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Settembre 2023, 15:39
© RIPRODUZIONE RISERVATA