Gigi Proietti, la sua Roma segreta: da via Giulia fino al Tufello

Gigi Proietti, la sua città segreta: da via Giulia fino al Tufello

di Lorena Loiacono

Deve essere stato uno dei suoi colpi da Maestro, quello che ieri Gigi Proietti ha messo in scena nella sua Roma: è andato via senza avvisare, nello stesso giorno in cui era nato 80 anni fa. Solo Mandrake ci poteva riuscire. E solo chi ha amato davvero la sua ironia, di fronte a questo colpo di teatro, è riuscito tra le lacrime anche a sorridere. E con lui, da quel letto di Villa Margherita dove era ricoverato, va via il talento mostruoso di un artista legato a filo doppio con la sua città. La stessa città che ora lo piange come l'ultimo dei Mattatori, che ha saputo raccontare Roma fin dai suoi esordi.

Proietti è nato in via Giulia, per poi trasferirsi subito dopo in via Veneto, in via Annia, al Celio, e poi a Campo de Fiori. Con il padre, di origini umbre, e madre dell'alto Lazio si è poi spostato al Tufello, nelle case popolari di via Capraia, e da lì è nato il suo amore per il dialetto. Proietti ha studiato al liceo Augusto e, una vota diplomato, si è iscritto alla facoltà di giurisprudenza della Sapienza. Ma non si è mai laureato. E' tornato in un ateneo direttamente da professore, con la cattedra honoris causa conferitagli nel 2019 dall'Università di Tor Vergata.

 

Mandrake, che dal bar ai piedi del Campidoglio progettava le sue vincite ai cavalli, ha portato in scena l'ippodromo di Tor di Valle per poi tornare dal Marc'Aurelio per raccontare l'esilarante Cavaliere Nero.

E' passato dai locali dei barconi del Tevere al Teatro Tenda di piazza Mancini, dal Teatro Olimpico con il record di 500mila biglietti per “A me gli occhi, please” alla Curva Sud dello stadio Olimpico con serate da tutto esaurito. E' stato tra i protagonisti del Casotto di Ugo Tognazzi, ad Ostia, per poi dirigere il Teatro Brancaccio e infine ritrovare Shakespeare nel suo Globe Theatre nel cuore di Villa Borghese.

Tra le fiction più amate c'è Una pallottola nel cuore, in cui interpreta un giornalista del Messaggero in via del Tritone. L'amore per Roma era anche nella cucina: dopo gli spettacoli si rifugiava da Dante, vicino viale Mazzini, e per un periodo ha anche aperto Il Leggio, il suo ristorantino in piazza Fontanella Borghese. Brillante, dal fascino indiscusso e dal sorriso magico: un vero romano.


Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Novembre 2020, 09:29
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